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Start up: la Francia di Macron guida la svolta tech europea

La Silicon Valley europea sarà Parigi

Il piano di investimenti in start up per il rilancio tech voluto da Macron fa parte di un progetto per far diventare Parigi la capitale europea della tecnologia, il luogo da cui usciranno i futuri colossi digitali. Per il presidente francese i prossimi Google, Apple e Facebook dovranno sorgere lungo la Senna che, pur non essendo in altura, si candida a diventare la nuova Silicon Valley europea.
Le ambizioni del “presidente startupper” erano già state chiarite nei primi giorni di governo, quando l’inquilino dell’Eliseo aveva affermato “Voglio che la Francia diventi la terra degli unicorni“, come vengono chiamate le società valutate più di un miliardo. Ed infatti, tra l’hub di start up tecnologiche Station F, leggi ad hoc, la campagna per attirare capitali dall’estero e l’accordo con i giganti d’oltreoceano, la strategia per trasformare la Francia in una “start up nation” comincia a dare i suoi frutti.
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Leggi e capitali esteri

Oltre ad aver lanciato Station F, il più grande campus per start up del mondo, ideato da Xavier Niel, uno degli imprenditori più ricchi d’Oltralpe, Macron sta mettendo mano alle rigide leggi sul lavoro per semplificare l’avvio e la gestione di un’impresa, intervenendo sull’alta tassazione, che costituisce un enorme disincentivo alle imprese, e introducendo incentivi fiscali anche per i venture capital in modo da attirare investitori dall’estero.
Macron è finora riuscito ad attirare fondi di venture capital pronti ad essere investiti nelle startup tecnologiche per 2 miliardi di euro, superando Gran Bretagna e Germania. All’interno del Paese transalpino, il piano di rilancio tech si basa sull’intervento pubblico: negli ultimi 5 anni, la banca Bpifrance ha portato i fondi da investire in nuove imprese da 200 milioni a 2 miliardi.

Il clima favorevole

Nella sua missione di trasformare Parigi nella capitale europea dell’innovazione, Macron è facilitato da un clima favorevole, tanto che tempo fa si prevedeva che, dopo la Brexit, la capitale francese avrebbe strappato a Londra lo scettro di polo finanziario d’Europa. Gli investitori stanno lentamente ma costantemente fuggendo dalla city britannica, preferendogli Parigi o Berlino.
La svolta digitale che punta a svecchiare l’immagine della Francia è in crescita. Gli investimenti hanno subito un’accelerazione rispetto allo scorso anno e la tendenza è proseguita anche quest’anno. All’interno del settore tecnologico, il vantaggio della Francia risiede in aree quali software, assistenza sanitaria, deep tech e intelligenza artificiale, che riflettono la forza delle sue scuole di ingegneria transalpine.

start-up-francia-station-fAccordi con i giganti tech

Il fondo di investimento pubblico in start up da 10 miliardi di euro lanciato da Macron sta dando i suoi frutti, e anche i colossi dell’informatica d’oltreoceano se ne sono accorti. Infatti Facebook e Cisco, nonostante i problemi con le autorità europee, stanno investendo su centri di ricerca locale nei settori dell’Internet of Things e dell’intelligenza artificiale.
Macron deve però chiarire la sua posizione in merito alla web tax europea che Bruxelles vorrebbe applicare alle attività dei vari Facebook, Google e Apple, accusati di evadere le tasse arricchendosi ai danni degli Stati Ue. E proprio il CEO della Mela, Tim Cook, ha incontrato il presidente francese lo scorso ottobre, per parlare di tasse e trovare un accordo che migliori le relazioni economiche tra l’azienda di Cupertino e le società locali.
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