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Caso Metropol, chiesta l’archiviazione per la Lega: “Salvini innocente”

Chiusa l’inchiesta sul caso Metropol. Matteo Salvini e la Lega esultano, non c’è stato alcun episodio di corruzione. La procura di Milano, dopo tre anni e mezzo di indagini, ha infatti chiesto l’archiviazione per Gianluca Savoini, fondatore dell’associazione Lombardia-Russia, per l’avvocato d’affari Gianluca Meranda e per l’ex bancario Francesco Vannucci, tutti indagati per corruzione internazionale. Secondo i magistrati milanesi, l’incontro d’affari avvenuto nell’albergo di Mosca sarebbe servito a coprire un’operazione sospetta di corruzione legata all’importazione in Italia di una grande quantità di petrolio, che in un anno avrebbe dovuto far entrare 65 milioni di dollari nelle casse della Lega per merito di uno sconto del 4% sul totale della fornitura.

Matteo Salvini

L’ipotesi accusatoria è venuta venuta a cadere consentendo a Matteo Salvini di commentare l’esito dell’inchiesta con un lapidario “il tempo è sempre galantuomo”. Dalle indagini è emerso, dopo aver visionato email, foto, messaggi e tabulati telefonici, che il gruppo formato da Gianluca Savoini, Francesco Vannucci e Gianluca Meranda “si sia attivato, soprattutto nella seconda metà del 2018, allo scopo di concludere transazioni commerciali con fornitori russi di prodotti petroliferi, con l’obiettivo di stornare da dette transazioni ingenti somme di denaro da destinare principalmente al finanziamento del partito politico Lega per Salvini premier, con particolare finalizzazione agli impegni per le elezioni del 2019”.

Nel corso dell’incontro all’hotel Metropol, scrivono i magistrati, “veniva in esordio ribadita da Savoini la base politica dell’operazione e veniva anche chiarita la possibile entità e la destinazione delle commissioni, parte alla Lega e tutto il resto, ciò che fosse ‘above 4%’, come si dice nella discussione al Metropol, a disposizione dei mediatori russi”. Ma, visto che non sono stati trovati elementi per  giungere a scoprire l’identità dei destinatari delle somme derivanti dalla transazione petrolifera, “la contestazione non pare in concreto configurabile in ordine alla residua possibilità di contestare al partito della Lega l’ipotesi di tentato finanziamento illecito, che le condotte emerse non hanno raggiunto connotati di concretezza ed effettività idonei a raggiungere, almeno potenzialmente, lo scopo”, spiegano i pm di Milano.

Nella richiesta di archiviazione dell’inchiesta si legge inoltre che “non sono emersi elementi concreti” sul fatto che il segretario della Lega Matteo Salvini “abbia personalmente partecipato alla trattativa o comunque abbia fornito un contributo causale alla stessa. Così come non è stato acquisito alcun elemento indicativo del fatto che egli fosse stato eventualmente messo al corrente del proposito di destinare una quota parte della somma ricavata dalla transazione ai mediatori russi perché remunerassero pubblici ufficiali russi. Proprio per tali ragioni non si è proceduto ad iscrizione a suo carico di notizia di reato e nessuna attività d’indagine è stata svolta nei suoi confronti”.

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