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Balloch candidato in FdI: “Mio marito mi ha spinto verso Giorgia”

Stefano e Tommaso si sono sposati da poco e la distanza delle loro posizioni politiche non ha mai rappresentato un elemento di crisi. Stefano Balloch è l’ex sindaco in quota Forza Italia di Cividale del Friuli mentre Tommaso Cerno, suo marito, è ex senatore del PD, direttore de L’Espresso e attivista per i diritti lgbt.

Ora Balloch si candida alle regionali con Fratelli d’Italia, ma per il marito non ci sono problemi. Anzi. “È stato lui che mi ha spinto ad accettare la proposta di FdI – afferma l’ex sindaco -. Mi ha detto di avere coraggio, di non appendere le scarpe della campagna elettorale al chiodo dopo vent’anni da amministratore a Cividale, prima come assessore e vicesindaco, poi come sindaco per dieci anni. Ho fatto anche un’esperienza in Provincia. Mio marito mi ha detto di pensare con la mia testa e di essere una persona libera, mi ha sempre insegnato a non avere paura”.

“Volevo fare la mia parte nel grande cantiere di Fratelli d’Italia in Italia e in Europa, mio marito mi conosce e mi ha spinto – aggiunge Balloch -: sa che per me hanno un grande valore il rispetto del denaro pubblico e l’impegno con gli elettori. Forse anche il modo in cui mi è stato proposta la candidatura, alla luce della mia famiglia che rappresenta una normalità che altre famiglie vivono ogni giorno sulla loro pelle. La sinistra parla parla, ma la prima donna leader l’ha fatta la destra. Ma prima di tutto penso e spero che la mia candidatura sia stata fatta per il mio lavoro da amministratore, io sono uomo di dialogo, penso di averlo dimostrato sul campo”.

Rispetto per le posizioni divergenti ok, ma anche qualche scontro. “Abbiamo regole di buon senso ma non riusciamo a rispettarle: è una vita che litighiamo sulla politica. Adesso spero di riuscire almeno a fare in modo che mio marito mi voti” racconta con molta ironia il candidato di FdI, che sulle unioni civili chiarisce che “abbiamo solo aderito a ciò che la legge ci ha offerto. Il ddl Zan? La sinistra ha fatto l’errore di esasperare i toni, rifiutando il dialogo – aggiunge -. È naufragato tutto quando si poteva portare a casa qualcosa, si tratta di piccoli passi che si conquistano nelle istituzioni. Bisogna parlare con tutti. Di adozione e procreazione non abbiamo mai parlato. In Italia si pensa che la cultura appartenga alla sinistra e non alla destra, così come i diritti. ma il fatto stesso che io sia candidato dimostra che sono retaggi che ci portiamo dietro”.

“Tommaso ha organizzato un gay pride, io non ci sono mai andato e credo che il mondo si cambi con il dialogo e la testimonianza del lavoro serio delle istituzioni – aggiunge l’ex sindaco -. Le lotte di piazza, lo riconosco, possono avere un valore se fatte con intelligenza. Il nostro matrimonio è stato celebrato da Daniela Bernardi, sindaco della Lega, e da Franco Grillini, a testimoniare che siamo persone libere e abbiamo fatto del dialogo la nostra bandiera. Franco Grillini è una persona straordinaria che ha dedicato la sua vita a battaglie civili in tempi estremamente difficili rispetto ai nostri. Come ho sempre detto, per sposarsi non bisogna prendere la tessera del Pd. È un’ulteriore dimostrazione dei passi avanti. Siamo persone un po’ più note di altre, forse pionieri ma nel superare le contrapposizioni, ma ormai l’Italia è un Paese europeo”.