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“Stop a guerra in Ucraina”. Ora Biden e gli Usa mollano Kiev, Zelensky è la vittima sacrificale. Ecco quando finirà e perché

Mezzi militari a Bakhmut

Il futuro prossimo della guerra in Ucraina è spiegato in un lungo reportage pubblicato da Dagospia. Secondo il sito guidato da D’agostino, infatti, gli Stati Uniti, e in particolare il Presidente Biden, hanno come obiettivo porre fine al conflitto nell’Est Europa prima delle elezioni presidenziali americane. Negli Usa le preoccupazioni vengono dalla situazione economica, dalla disparità sociale e dalle politiche economiche aggressive cinesi che secondo gli esperti potrebbero avere gravi ripercussioni in futuro. I cittadini americani, quindi, non vedono di buon occhio l’impegno e la spesa che una guerra per loro lontana comporta. Trump su questo fronte si trova in una posizione di vantaggio che l’attuale Presidente vorrebbe limitare. La fine della Guerra in Ucraina toglierebbe un po’ di forza all’avversario, e Biden potrebbe provare a “venderla” come un suo successo proprio sul traguardo elettorale. 

Secondo Dagospia si profila uno scenario apparecchiato in modo da far uscire tutti i contendenti nel modo meno doloroso possibile. Tutti tranne Zelensky, che ormai è stato scaricato. Lo scenario, secondo il sito, prevede un’ulteriore avanzata delle truppe Russe in Ucraina e l’approvazione degli aiuti militari americani a Kiev da parte del Congresso americano. Dopo di che, il Presidente Russo farà un parziale passo indietro e si preparerà la tregua. Nel frattempo, con le elezioni ucraine Zelensky non sarà più Presidente – un passaggio necessario perché Putin non lo vuole al tavolo di pace – e resterà solo un nodo da sciogliere. Quello dell’ammissione dell’Ucraina alla Nato, una prospettiva inaccettabile per Mosca. Che a sua volta annetterà i territori che le interessavano sin dall’inizio. O almeno questo è il quadro più probabile. Quel che è certo, è che le vicende interne dei vari Paesi stanno portando un po’ di buon senso (interessato) a una situazione globale che si era fatta incandescente.

Da un lato, Putin non vuole tirarla troppo per le lunghe perché la guerra ha avuto costi, anche in termini di vite umane, pesanti per la Russia. Il leader del Cremlino teme il rafforzamento militare ed economico della Cina e non vuole trovarsi nella posizione di dover fare da vassallo a PechinoBiden cerca di spendere le ultime carte per una rielezione che per ora non lo vede favorito. Gli ucraini, con un Paese devastato da anni di guerra, ora cercano solo la pace. Dopo tanti allarmi lanciati sulla volontà di Putin di attaccare altre Repubbliche baltiche o addirittura Paesi europei, ora la narrazione è cambiata. Il fronte più caldo sullo scacchiere mondiale si sposta perciò in Medio Oriente e a Taiwan. E su una guerra meno visibile, ma ugualmente importante, che si gioca in campo economico e commerciale. Perché la Cina si sta muovendo sottotraccia, ma in modo che preoccupa l’Occidente, per diventare egemone nel campo delle produzioni tecnologiche d’avanguardia. Un progetto che causerebbe gravissimi danni alle economie occidentali, e che va contrastato subito. Come, fra le righe, ha detto anche Mario Draghi nel suo appello per rinnovare l’Unione Europea e le sue politiche.