
Una serata tranquilla in un bar all’aperto è stata improvvisamente spezzata da un violento assalto armato, che ha causato la morte di diciassette persone. È accaduto nella notte tra 28 e 29 luglio a El Empalme, nella provincia ecuadoriana di Guayas, area colpita da una profonda crisi criminale.
Due veicoli sono arrivati all’improvviso e si sono fermati. Da questi sono scesi uomini vestiti di nero e armati, che hanno aperto il fuoco contro i clienti seduti ai tavoli. L’attacco è durato meno di due minuti, senza alcun preavviso o possibilità di fuga per le vittime.
Diciassette vittime in un attacco fulmineo
Le persone colpite erano impegnate in una serata di svago e conversazione, quando sono state investite da una raffica di colpi di fucili automatici e pistole. Secondo le autorità locali, l’episodio è riconducibile a un regolamento di conti tra bande criminali. L’azione ricorda un altro attacco simile, avvenuto il 19 luglio a Playas, dove nove persone sono state uccise in circostanze analoghe.
Guayas, epicentro della violenza tra cartelli
La provincia di Guayas, in particolare la zona intorno a Guayaquil, è teatro di una guerra tra organizzazioni criminali che si contendono il controllo di territori strategici, porti e rotte della droga. Negli ultimi anni, le bande locali si sono evolute in bracci armati di narcotrafficanti internazionali, dando vita a una violenza sistematica e continua.
Le alleanze tra questi gruppi sono instabili e mutevoli, con nuovi clan che emergono e si scontrano per il dominio. La popolazione civile rimane intrappolata in questo conflitto aperto, spesso vittima innocente di scontri sanguinosi.
La risposta dello Stato e la dichiarazione di guerra interna
Alla luce dell’escalation di violenza, il presidente Daniel Noboa ha dichiarato nel 2024 lo stato di “conflitto armato interno”, qualificando le bande come organizzazioni terroristiche. L’esercito è stato mobilitato, le carceri militarizzate e sono stati intensificati i controlli e i blitz. Tuttavia, gli attacchi come quello di El Empalme dimostrano che le misure adottate non sono ancora sufficienti a contenere la violenza.
Il numero di comuni controllati dai clan criminali è in aumento, così come le stragi e il clima di paura che ne deriva. Nel frattempo, i porti della regione continuano a esportare ingenti quantità di droga, mentre la popolazione vive quotidianamente una guerra silenziosa e devastante.