Quasi tre ore di incontro al termine delle quali, però, i dubbi restano più numerosi delle certezze. Il premier Giuseppe Conte ha incontrato Luigi Di Maio, Matteo Salvini e ministri all’Economia e agli Affari Ue Giovanni Tria e Paolo Savona per porre le basi di un accordo sulla prossima legge di Bilancio. Un’attesa che, però, è ancora lontana dall’essere raggiunta, come spiega il Corriere della Sera. I protagonisti del meeting hanno insistito sui tagli agli sprechi, segno che bisogna trovare risorse per finanziare le tante richieste di Lega e 5 Stelle. “Il vertice — ha spiegato Conte alla stampa — si è svolto in totale armonia ed è emerso l’obiettivo condiviso di provvedere ad una profonda revisione della spesa, volta a massimizzarne l’efficienza attraverso il taglio degli sprechi”. Lo stesso premier aveva avvisato che la manovra si sarebbe occupata anche di sanità. 
Uniti nel pressing a Tria, grillini e leghisti sono invece divisi sulle cose da fare. Un duello a distanza che riguarda soprattutto l’adeguamento delle pensioni minime a 780 euro e il reddito di cittadinanza. “Per tutte le definizioni internazionali, quando lo Stato cancella qualcosa che il contribuente deve pagare, è un condono – ha precisato l’economista Carlo Cottarelli, secondo il quale un deficit pubblico all’1,6% è un obiettivo accettabile e che non causerebbe una reazione eccessiva dei mercati – anche se è dura arrivarci inserendo la flat tax, il reddito di cittadinanza, una riforma delle pensioni”.