Vai al contenuto

Svastiche e jihad, il piano del foreign fighter italiano arrestato a Brescia

La polizia di Brescia ha arrestato Samir Bougana, 28enne nato a Gavardo, cittadino italiano, ma originario del Marocco.

L’accusa è di “sequestro di persona e lesioni personali, aggravati dall’avere adoperato sevizie e agito con crudeltà nonché dalla finalità di terrorismo e dell’odio razziale”.

Nel 2019, Bougana è stato fatto estradare da Kobane, in Siria, dove era stato arrestato dall’Unità di protezione popolare curda, perché si era affiliato all’organizzazione terroristica Daesh, conosciuta anche come “Stato islamico”.

L’operazione era stata condotta da funzionari della Digos di Brescia e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, in accordo con Aise, Fbi e Autorità siriana.

Bougana aveva avviato la sua radicalizzazione in Italia, l’aveva completata in Germania ed era poi partito per la Siria, dove operava come membro di Daesh.

Dopo la sua estradizione, la sua posizione si è aggravata perché i colleghi tedeschi degli investigatori italiani hanno fornito la documentazione di torture e sevizie di cui il terrorista si era reso responsabile, nei confronti di due persone, tra cui un minore, che si erano rifiutate di combattere per l’Isis e attualmente rifugiate in Germania.

La testimonianza decisiva è arrivata da una delle vittime delle torture: nel mostrare le cicatrici delle sevizie subite, il testimone ha infatti raccontato anche di torture perpetrate con scariche elettriche nei confronti di detenuti curdi appartenenti alla minoranza Yazidica al fine di costringerli alla conversione all’islam.

Bougana aveva anche pubblicato video in cui inneggiava alla superiorità dell’islam e nel quale riprendeva la figura di Hitler e faceva comparire le svastiche naziste.