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Svizzera contro i negazionisti del Covid: “Per voi niente terapia intensiva”

Sta facendo discutere in Svizzera la provocazione shock dell’economista elvetico Willy Oggier contro i negazionisti del Coronavirus: Non porti la mascherina? Non mantieni le distanze? Pensi che il Covid-19 sia una semplice influenza e scendi in piazza a manifestare contro le restrizioni? Allora sei un negazionista e, se dovessi ammalarti e aver bisogno di una terapia intensiva, non ne potrai usufruire se gli ospedali dovessero essere saturi. Queste è la provocazione di Oggier intervistato dai giornali svizzero-tedeschi del gruppo editoriale Tamedia. Il rispetto delle regole per prevenire la diffusione del Coronavirus, con tutti i danni per la salute pubblica e l’economia che ne consegue, è fondamentale. Nella sua intervista Oggier si dichiara favorevole alla linea dura: “Coloro che ignorano volontariamente le regole di distanziamento sociale e di igiene devono assumersi la responsabilità dei loro atti”. Oggier è un economista specializzato in sanità e la sua invettiva contro i negazionisti, pubblicata dal tabloid Blick, il più diffuso quotidiano elvetico, arriva mentre la Svizzera, pur con un indice di tamponi positivi superiore al 25%, registra un atteggiamento rilassato nei confronti della pandemia in grandi aree urbane come Zurigo.

Dunque l’economista specializzato nel settore sanitario propone di non ricoverare in terapia intensiva gli scettici del coronavirus nel caso vi sia carenza di posti, nonché l’introduzione immediata di una base legale che consenta di infliggere multe dure a chi viola le regole anti contagio evitando lunghe procedure. Ma non basta. Oggier propone di registrare il nome dei negazionisti del Covid-19 e, qualora fossero infettati dal virus, di non accordare loro un letto nei reparti di cure intensive in caso di carenza di posti. Tale modo di procedere potrebbe servire da segnale, constata Oggier. “Spesso occorrono delle sanzioni affinché il sistema funzioni”.Pur essendo estrema, l’affermazione del dottor Oggier ha trovato una sponda, negli ambienti medici, sotto pressione per i contagi. “Penso che la sua considerazione non sia completamente sbagliata – dice a Repubblica Christian Camponovo, direttore della Clinica Moncucco di Lugano, uno dei due ospedali Covid del Canton Ticino – esiste una responsabilità individuale dove ognuno è libero di fare e di dire quello vuole, ma poi vi è anche una responsabilità collettiva, che è quella di preservare le strutture sanitarie dalla saturazione”. Per Camponovo quindi la provocazione di Oggier è eticamente plausibile: “Prima di parlare ciascuno deve assumersi la responsabilità di quello che dice e, quindi, deve essere disposto a subirne le conseguenze”.
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