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Svolta sulla Tav, l’annuncio di Conte: “Non farla costa più che completarla”

Una vera e propria svolta, quella arrivata sul fronte Tav a firma di Giuseppe Conte. Che dopo essere stato in passato più volte titubante sulla necessità di completare l’opera, ha annunciato via Facebook: “Alla luce degli investimenti comunitari, non realizzare il Tav costerebbe più che completarlo. E soltanto il Parlamento può recedere unilateralmente dal contratto. Questa è la posizione governo, difendiamo interessi nazionali”.

Una sorta di via libera a tutti gli effetti, quello arrivato dal premier su una questione che da sempre divide Lega e Cinque Stelle. Anche nelle scorse ore, dopo la manomissione della centralina dell’alta velocità, Salvini era tornato all’attacco, accusando il ministro pentastellato Toninelli di ritardi e rinvii “non solo sulla Tav”. “Rappresento un governo appoggiato da due forze politiche che sul punto la pensano in maniera opposta – ha aggiunto Conte – In gioco ci sono tanti soldi, che sono vostri, e vanno gestiti con la massima attenzione. Vanno gestiti come farebbe un buon padre di famiglia”. A segnare la svolta, secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio, è stato il maggiore impegno dell’Europa nel finanziamento dell’opera. Un impegno per il quale Conte, durante la diretta sul social, ringrazia pubblicamente, sostenendo che permetterà un risparmio di 3 miliardi di euro per l’Italia, un piccolo tesoretto pronto per essere spesi in altri opere. L’Italia, ha spiegato Conte dirà quindi sì ai fondi Ue per un progetto che, il governo non può fermare per un motivo semplice, scandito dal premier: un’alternativa al Tav non c’è e fermare la Torino-Lione non farebbe gli “interessi nazionali” perché costerebbe di più agli italiani. Resta da vedere quali saranno gli effetti sul ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, da mesi sotto attacco del vicepremier Matteo Salvini. Rumors interni alla squadra di governo parlavano di un possibile passo indietro del responsabile del Mit nel caso Conte dovesse dare il via libera alla Torino-Lione, una battaglia storica del popolo grillino.

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