Se non è un ultimatum, poco ci manca. “Non possiamo escludere, se ci sono ritardi prolungati, di dover chiedere all’Italia i contributi già versati” per la Tav, oltre al “rischio che, se i fondi non sono impiegati, possano essere allocati ad altri progetti” europei. Lo ha ricordato un portavoce della Commissione Ue, ribadendo la posizione sulle incertezze che gravano sulla realizzazione della Torino-Lione. “La attuale analisi costi-benefici” su cui lavora il governo italiano “non è stata richiesta dalla Commissione”, ricordando che già era stata presentata nel 2015.
Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha risposto spiegando, come già diverse volte in passato, che tra poco l’analisi costi-benefici sarà resa pubblica: “L’analisi costi-benefici su #Tav – ha scritto su Twitter – è stata decisa da un Governo sovrano che vuole spendere al meglio i fondi pubblici. Ue stia tranquilla, tra pochi giorni avrà, come da accordi, tutta la documentazione”.
La grana della Torino – Lione in questi giorni divide il governo da un lato Matteo Salvini e la Lega, fermamente convinti della necessità di portare a completamento l’opera e vicini alle proteste degli industriali del nord, e i Cinque Stelle, che forti della analisi costi benefici fatta fare dal ministro Danilo Toninelli vogliono invece fermarne la costruzione.“Basta strumentalizzazioni”. Salvini cambia ancora “divisa”, ma stavolta per lui non finisce bene