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Terremoto in Siria e Turchia, previsti 10mila morti

Una scossa di terremoto si è verificata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia) in Turchia, vicino al confine con la Siria. Una scossa fortissima, di magnitudo 7.9, che ha provocato migliaia di morti e fatto crollare migliaia di edifici. Intanto continua a salire di ora in ora il tragico bilancio delle vittime del sisma che, al momento, sarebbero più di 5mila. Nella sola Siria si contano ad ora circa 1.600 vittime, a cui devono essere aggiunte le almeno 3.400 turche. I feriti nella sola Turchia sono almeno 20mila, mentre anche in Siria sono migliaia. Ma questi numeri sono purtroppo destinati a modificarsi verso l’alto. La catastrofica previsione finale è di 20mila vittime, un numero scioccante. L’Italia è stata interessata da un’allerta per onde anomale sulle coste di Puglia, Calabria e Sicilia. L’allarme è rientrato con il passare delle ore.
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Il bilancio ufficiale, al momento, del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria è di 700 morti, secondo l’Ansa. Almeno 284 i morti in Turchia, e almeno 2.323 i feriti. Sono interessate le province turche di Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras. Il bilancio è destinato a salire. Il prefetto di Kahramanmaras ha detto che non è ancora possibile capire quante siano le vittime mentre i danni sono ingenti. Almeno 427 persone, invece, hanno perso la vita nel nord della Siria. Lo ha fatto sapere la tv di Stato turca Trt.

La previsione dell’Usgs, però, è terrificante: si parla di un numero di vittime che può arrivare fino ai diecimila morti. La previsione è stata diramata dallo United States Geological Survey (Usgs), secondo cui ci sarebbe il 47% di probabilità che le vittime siano tra mille e diecimila. Scendono al 20% che siano tra diecimila e 100mila e al 27% che siano tra 100 e mille. Le stime dell’Usgs si basano sui dati storici dei terremoti nella regione. Ma prevedono anche dati sulla densità abitativa e sulla vulnerabilità degli edifici nelle zone più colpite. Spaventosa anche l’ipotesi sull’ammontare economico dei danni: tra un miliardo e dieci miliardi di dollari.

Continuano ad arrivare immagini terrificanti. Ecco un video con il salvataggio di un bambino, in Siria.

Articolo in aggiornamento

La circolazione ferroviaria in Sicilia, Calabria e Puglia è tornata regolare. La circolazione era stata sospesa a scopo cautelativo. Il Dipartimento della Protezione Civile aveva diramato l’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane. Lo comunica Fs.

Terremoto in Siria e Turchia, rientrato allarme tsunami in Italia

Si era fermata a scopo cautelativo, dalle 6.30, la circolazione ferroviaria in Italia, iniziando dalle regioni meridionali di Sicilia, Calabria e Puglia. Lo avevano comunicato le Ferrovie dello Stato. In conseguenza allo stop cautelativo potrebbero registrarsi possibili cancellazioni e ritardi in estensione anche in altre regioni.

Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile aveva diramato un’allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane. In un comunicato, la Protezione civile “raccomanda di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l’area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali. Il maremoto – spiega la nota della Protezione civile – consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua.

L’allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un’onda di solo 0,5 metri di altezza può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti”. “Il Dipartimento della Protezione civile, in raccordo con l’Ingv, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e le strutture del Servizio nazionale di protezione civile (Snpc), continuerà a fornire tutti gli aggiornamenti disponibili sull’evoluzione dell’evento”, conclude la nota.
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