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Revocata la scorta al giornalista Sandro Ruotolo: è minacciato dai Casalesi

Il mondo del giornalism o e della politica (una parte) interviene dopo la notizia assurda della revoca della scorta al giornalista Sandro Ruotolo. Punto di riferimento per generazioni di cronisti, storico inviato e tra i collaboratori più stretti di Michele Santoro in trasmissioni che hanno segnato la storia del giornalismo in televisione, Ruotolo da lunedì sarà senza scorta. Gli era stata assegnata nel 2015, in seguito alle minacce di morte che gli aveva rivolto Michele Zagaria – l’ultimo boss del clan dei Casalesi a finire in prigione – per le sue inchieste sul traffico dei rifiuti tossici in Campania.

Cugino di Silvia, vittima innocente della camorra – fu assassinata per errore nel 1997 – Ruotolo si è occupato di mafie anche fuori dalla Campania. Anche per Fanpage.it, la testata per cui lavora oggi: a ottobre ha firmato un’inchiesta sull’infrastruttura utilizzata per la comunicazione social dalla Lega, ribattezzata “La Bestia” dal social media strategist – pare la definizione di spin doctor gli piaccia poco – di Matteo Salvini, Luca Morisi.

Proprio a questo lavoro di Ruotolo ha fatto riferimento l’ex ministro Orlando nel tweet. “E anche il giornalista che si è occupato della “Bestia”, il dispositivo propagandistico del ministro dell’interno – ha scritto – Casualità? Lo chiederò in parlamento”. Il caso, dunque, finirà in un’interrogazione parlamentare. Nel frattempo, tanti cronisti e molti politici stanno manifestando, soprattutto via social, la loro vicinanza al giornalista, che presiede l’Unione Cronisti della Campania e il comitato di inchiesta sulla camorra del Comune di Napoli.

Alla guida di questo organismo lo ha voluto il sindaco Luigi de Magistris, che non ha mancato di comunicare la sua contrarietà per la revoca della scorta a Ruotolo. E la Federazione nazionale della stampa italiana e il Sindacato unitario giornalisti della Campania hanno inviato una lettera a Giuseppe Conte per chiedere al premier, che di recente, in un incontro pubblico a Napoli, aveva intervistato Ruotolo e altri giornalisti minacciati dalla criminalità, di rivedere la decisione.

“Sandro Ruotolo, ancora oggi, continua ad essere un punto di riferimento per centinaia di giovani che tentano di contrastare la criminalità organizzata – si legge nella missiva, la decisione di “levargli la scorta sarebbe una scelta incomprensibile, pericolosa e lo metterebbe in condizione di non poter più proseguire nell’impegno di questi anni”. E tra i giornalisti c’è chi teme che a breve toccherà a qualche altro collega sotto scorta.

“Chi e perché ha deciso di togliere la scorta a Sandro Ruotolo?”, ha chiesto via Twitter Beppe Giulietti, presidente del sindacato unitario dei giornalisti italiani. Poco dopo, la risposta di Federica Angeli, cronista di Repubblica sotto scorta dal 2013 per le minacce di morte del clan Spada di Ostia. “Che lo Stato, questo Stato in particolare, possa scaricare chi lotta contro la mafia davvero non mi stupisce – ha scritto Angeli – Oggi tocca a Ruotolo, domani a un altro di noi cronisti. Ne sono certa. Sarà così”.

In serata interviene anche Roberto Saviano che scrive mescolando preoccupazione e sarcasmo: “Revocata la protezione a Sandro Ruotolo che ha fatto la storia del giornalismo d’inchiesta. Chi ha deciso ha tenuto conto della ‘lunga memoria’ del clan dei casalesi? Sa che Michele Zagaria, che ha considerato Ruotolo suo nemico, non vuole collaborare con lo Stato e cova rancore?”

 

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