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Torino, primo giorno di scuola in chiesa: “Non abbiamo i banchi singoli”

In attesa che arrivino i banchi ministeriali per consentire il distanziamento del gruppo piuttosto numeroso, stamane alle 8 i ragazzi gli studenti del liceo del Convitto Umberto I di Torino hanno avuto la loro prima lezione dell’anno in un’aula molto particolare, la chiesa della Confraternita di San Rocco, in via San Francesco D’Assisi. La pandemia ha riservato a questi ragazzi un inizio fuori dal comune, così con i flaconi di gel igienizzante nelle acquasantiere e una bella fregata di mani al posto del segno della croce, gli alunni della quinta H hanno preso posto. Nei giorni scorsi, quando si è resa conto della necessità, la dirigente del Convitto, Giulia Guglielmini, si è rivolta al rettore di San Rocco, don Fredo Olivero, storico esperto dell’immigrazione in Italia, nella sua lunga attività anche dirigente comunale all’Ufficio Stranieri e nomadi. E don Fredo è stato entusiasta di collaborare all’avvio, in modo specialissimo, dell’anno scolastico al tempo del Covid.

L’arte di arrangiarsi al tempo del Covid
Due per ogni panca, i quaderni appoggiati in bilico sulle ginocchia, portapenne e cellulare sul ripiano del banco dove solitamente ci stanno i libricini dei canti, il professore sistemato su un tavolino di legno con il microfono preso dal pulpito e una lavagna con i fogli di carta al posto di quella multimediale. Un singolare utilizzo della chiesa nuova anche per i fedeli, tanto che un’anziana nel bel mezzo della lezione, entra e si inginocchia a pregare. “Non c’era altra soluzione, abbiamo ordinato i banchi a inizio luglio e non sono ancora arrivati – ha spiegato Giulia Guglielmini, rettrice della sede torinese del Convitto nazionale – Si tratta quindi di una soluzione temporanea, ci auguriamo per pochi giorni”.
Anche gli studenti di un’altra classe del Convitto non hanno fatto lezione in aula, ma hanno trovato sistemazione nel refettorio di via Bertola, seduti ai tavoli solitamente usati per il pranzo. “Abbiamo dovuto prendere questa decisione perché alle cinque del pomeriggio, quando i corsi iniziavano, tornano nelle loro stanze anche i ragazzi che vivono da noi come convittori e che adesso per le esigenze di sanificazione non possono più condividere gli spazi con persone esterne”, ha chiarito la rettrice.“Compreremo bastoncini per il nordic walking e organizzeremo passeggiate in città – ha detto Guglielmini – Si tratta di un’attività pensata non soltanto per sostituire gli sport pomeridiani, ma anche per far uscire i bambini e adolescenti nell’orario scolastico, visto che quest’anno gli intervalli saranno molto sacrificati e passati al proprio banco. Sperando naturalmente che l’esigenza sanitaria rientri il prima possibile”.

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