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Torre Maura, un 15enne sfida Casapound e dà una lezione a tutti: il video è virale

A Roma, nel quartiere di Torre Maura la situazione è tesa per l’arrivo di un gruppo di rom. CasaPound protesta e tra la folla spicca un nuovo eroe. Nelle ultime ore stanno circolando moltissimo alcuni video che mostrano un ragazzo di 15 anni mentre affronta con calma e pacatezza alcuni esponenti di CasaPound il giorno dopo le violente proteste per l’arrivo di 70 persone di etnia rom nel centro di accoglienza di Torre Maura. All’inizio del video si vede un esponente del gruppo neofascista arringare un piccolo gruppo di persone spiegando che nel quartiere “sono tutti d’accordo”.

Su cosa? Nel non volere il centro di accoglienza. A quel punto si sente il ragazzo dire: “Io so’ de Torre Maura e non so’ d’accordo”. I video (ne circolano diversi, ripresi da differenti inquadrature) durano poco più di tre minuti, durante i quali il ragazzo argomenta con molta calma e affrontando pacatamente gli argomenti degli esponenti di CasaPound.

Ad esempio, dice che secondo lui CasaPound sta usando la frustrazione della gente che vive in un’area difficile per indirizzarla contro una minoranza debole. “Non mi importa chi mi svaligia casa se mi svaligiano casa”, dice a un certo punto, spiegando che il problema è il degrado del quartiere, non l’etnia delle persone. A un certo punto un uomo gli si avvicina con atteggiamento minaccioso, puntandogli il dito contro il petto e mettendogli le mani sulle spalle.

Al termine di un lungo discorso, che l’uomo conclude lamentandosi per l’assenza di servizi nella zona, il ragazzo risponde: “Ma che è colpa dei rom?”. Come anticipato dal Comune di Roma, mercoledì 3 aprile sono iniziati i trasferimenti di alcune persone di etnia rom dalla struttura di accoglienza di Torre Maura.

Il presidio dei residenti della zona, sostenuto dalla presenza dei militanti di estrema destra di CasaPound e Forza Nuova, è proseguito per tutto il giorno e quando il pulmino con nove persone ha lasciato il centro, è stato preso a calci e a pugni.

Una ventina di residenti ha cantato l’inno d’Italia, ha fatto il saluto romano, ha sventolato bandiere tricolore e intonato lo slogan “Italia, fascismo, rivoluzione”. Nel frattempo, per i fatti di ieri sera, la procura di Roma ha aperto un’indagine per danneggiamenti e minacce con l’aggravante dell’odio razziale.

 

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