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Truffa del “sì”, come evitare brutte sorprese in bolletta

La truffa del sì, un’altra brutta sorpresa per gli italiani può arrivare dal telefono cellulare. Anche se si risponde per pochi secondi e si cerca di essere gentili, l’operatore del call center dall’altra parte del telefono può farci cadere in una risposta veloce e istintiva. Basta un “sì” per far scattare la truffa. Ecco come funziona e come evitarla.
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Come funziona la truffa

In genere arriva una chiamata dal call center. L’operatore fa una domanda banale, che provoca una risposta affermativa quasi per riflesso: basta un “Sì”. A quel punto la truffa è scattata. La registrazione della risposta verrà tagliata e montata per simulare l’attivazione di un contratto, spesso relativo alla fornitura di luce e gas (sono diverse le segnalazioni in questo campo).
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L’utente si accorge dell’inganno solo quando arriva la prima bolletta. Le vittime di questa truffa sono aumentate nell’ultimo periodo, e non è un caso. A partire da quest’anno, infatti, i cittadini italiani dovranno scegliere un eventuale nuovo operatore dopo la fine del regime tutelato dell’energia elettrica e del gas naturale.

Saranno circa 15 milioni i consumatori che dovranno cambiare operatore. A questo punto i truffatori proliferano. Setacciano il mercato alla ricerca di nuovi clienti da attrarre per proporre abbonamenti e promozioni con un lucro spropositato.

Come evitare le trappole

Le domande di inizio chiamata sono studiate, di solito, per stimolare una risposta positiva subito. Spesso i call center chiedono “Parlo con Mario Rossi?”. Un “sì” quasi automatico. Quel “sì” verrà tagliato, montato e usato come forma di consenso alla sottoscrizione di nuovi contratti.

Gli autori della truffa si fingono operatori che chiamano per conto del gestore delle utenze, o di servizi telefonici, e spiegano alla vittima che le condizioni contrattuali stanno cambiando, per esempio per l’aumento del costo di luce e gas, propongono così un’alternativa conveniente.

A quel punto chiedono il codice Pod (energia) o Pdr (gas) presenti nelle bollette, segnano i dati, usano il “Sì” registrato a inizio chiamata, e sottoscrivono un nuovo contratto particolarmente costoso. Una delle ultime vittime che ha contattato l’Adoc (Associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori e degli utenti). Ha dovuto pagare 700 euro per una bolletta a causa della truffa del sì.

Non condividere mai dati personali

La prima regola da seguire è quella di non fornire mai dati personali, come codici fiscali, Iban, codici Pod (energia) o Pdr (gas). Attenzione a non rispondere “Sì” quando si ricevono chiamate da parte dei call center. Alla domanda “È lei il signor Rossi”, è bene rispondere “chi lo cerca?”. L’utente, poi, per assicurarsi che non si tratti di una truffa deve sempre chiedere il nome dell’operatore, il suo codice e la società per cui lavora. 

Chi è caduto nella trappola, invece, dovrà subito inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno all’azienda erogatrice del servizio per disconoscere il contratto. Per dimostrare che si è vittime di una truffa è necessario muoversi per vie legali.

Altre contromisure contro il telemarketing

Il fenomeno del telemarketing selvaggio resiste nonostante i diversi tentativi di argine. Norme insufficienti non riescono a porre una fine alle pratiche aggressive. Il nuovo registro pubblico delle opposizioni ha avuto una sua utilità. E il 26 luglio 2023, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato il Codice di condotta per contrastare il teleselling illegale, ora sarà il decreto legislativo sulle comunicazioni elettroniche, che dovrebbe essere approvato entro il 24 marzo.

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