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Trump, nuovo scossone sul futuro della guerra in Ucraina. Parole sconvolgenti

Donald Trump ha recentemente espresso dubbi sulla possibilità di raggiungere una pace tra Russia e Ucraina, un cambiamento significativo rispetto ai suoi precedenti impegni. In un’intervista alla NBC, ha dichiarato: “Forse non è possibile”, citando “un odio tremendo tra questi due uomini”, riferendosi a Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, “e tra i loro generali”. Ha sottolineato che il conflitto dura ormai da tre anni.

Le affermazioni del presidente americano mettono in luce un conflitto che si è trasformato da politico a esistenziale per entrambe le nazioni. L’Ucraina combatte per la sua sopravvivenza come stato sovrano, mentre la Russia vede la guerra come un elemento chiave della sua rivincita imperiale.

Un fronte senza sosta e senza tregua

Nella realtà del conflitto, la situazione è di stallo, con un fronte statico ma caratterizzato da continui attacchi, droni e bombardamenti. Recentemente, la Russia ha colpito Kiev, ferendo civili, tra cui bambini, mentre l’Ucraina ha risposto attaccando obiettivi militari nel cuore della Russia.

Tra i successi riportati da Kiev, si segnala la distruzione di un jet russo tramite un drone marino armato, dimostrando come il conflitto stia evolvendo in termini tecnologici, aprendo nuovi scenari di guerra ibrida e asimmetrica.

Ritiro americano dal ruolo di mediatore

Nel frattempo, gli Stati Uniti sembrano ritirarsi dal ruolo di mediatori, concentrandosi sul supporto logistico e strategico. Di recente, Washington ha firmato un nuovo accordo con Kiev per l’estrazione e la fornitura di minerali critici, fondamentali anche per l’industria bellica.

Non ci sono trattative concrete in corso, anche perché, secondo Trump, Mosca non è disposta a discutere un vero cessate il fuoco. La diplomazia è bloccata e ogni proposta potrebbe essere vista come una resa mascherata.

Divisioni nell’Occidente

A conferma delle tensioni interne all’Occidente, la Germania ha criticato un piano americano che prevedeva ampie concessioni territoriali alla Russia. Il ministro della Difesa tedesco ha parlato di “capitolazione”, segnalando una crescente divergenza tra gli alleati su come affrontare il Cremlino.

L’unità occidentale è messa alla prova dalla stanchezza strategica e dalle tensioni interne: da una parte chi vuole continuare a sostenere militarmente l’Ucraina, dall’altra chi cerca una via d’uscita, anche a costo di cedere terreno.

Il crudo realismo di Trump

Il cambiamento di tono del presidente Usa indica che anche a Washington si prende atto della realtà. La pace non è solo questione di volontà politica o negoziati: è questione di linguaggi spezzati, fiducia distrutta e visioni del mondo inconciliabili.

In questo contesto, non va dimenticato che Putin ha più volte ventilato l’uso dell’arma nucleare, come ultima risorsa in caso di minaccia alla sua integrità strategica.

Un futuro segnato dalla guerra

Quando Trump parla di “odio tremendo”, si riferisce a una frattura storica e culturale che oggi separa definitivamente Kiev da Mosca, rendendo ogni dialogo un’illusione diplomatica.

Nel frattempo, la Russia ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale di 72 ore per commemorare il Giorno della Vittoria, mentre l’Ucraina ha chiesto una tregua di 30 giorni. Tuttavia, la sfiducia permane e nessuno si ferma veramente.

La guerra è diventata parte dell’equilibrio attuale. E la dichiarazione di Trump, più che un’apertura alla pace, sembra essere il riconoscimento che la pace, se arriverà, sarà il risultato del logoramento reciproco e della paura di perdere tutto.

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