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La rivolta dei sindaci: cresce il numero dei dissidenti, sospeso il decreto Salvini. Altri sono pronti a imitarli

Si allarga il fronte dei “dissidenti” anti-Salvini. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha infatti deciso di sospendere le misure del decreto voluto dal ministro dell’Interno chiedendo al responsabile dell’anagrafe di “approfondire tutti i profili giuridici anagrafici” che deriveranno dall’applicazione della norma, ma, in attesa di questo approfondimento, scrive il primo cittadino “impartisco la disposizione di sospendere, per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica”.

Alla scadenza del permesso di soggiorno per motivi umanitari, i cittadini stranieri non potranno più iscriversi all’anagrafe, ma la norma colpisce anche i minori non accompagnati i quali hanno tutti il permesso di soggiorno per motivo umanitari, e gli stranieri che hanno il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Pronto il commento del ministro dell’Interno che su Twitter scrive: “Con tutti i problemi che ci sono a Palermo, il sindaco sinistro pensa a fare “disobbedienza” sugli immigrati…”.A seguire le orme di Orlando, scrive l’Huffington Post, è il sindaco di Firenze, Dario Nardella. “Firenze – afferma – non si piegherà al ricatto contenuto” nel decreto sicurezza “che espelle migranti richiedenti asilo e senza rimpatriarli li getta in mezzo alle strade. Il fatto grave del decreto è che individua un problema ma non trova una soluzione. Ci rimboccheremo le maniche perché Firenze è città della legalità e dell’accoglienza, e quindi in modo legale troveremo una soluzione per questi migranti, fino a quando non sarà lo Stato in via definitiva a trovare quella più appropriata”.“Il governo non sta facendo i rimpatri che aveva promesso di fare -aggiunge Nardella – Come Comune ci prenderemo l’impegno di non lasciare nessuno in mezzo alla strada, anche se questo comporterà per noi un sacrificio in termini di risorse economiche. Non possiamo permetterci di assistere a questo scempio umanitario. Riteniamo che molti di questi migranti siano persone animate da buonissime intenzioni, che vogliono fare qualcosa di positivo per questo paese e che magari potrebbero essere integrate in modo corretto”.

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