Una ferita che doveva piano piano guarire, in maniera naturale. E che invece è andata peggiorando giorno dopo giorno, fino a diventare pericolosa per la sopravvivenza stessa. Forza Italia è un partito che rischia di crollare da un momento all’altro, segnato da una spaccatura profonda tra un leader che ha perso ormai il proprio ruolo sullo scenario politico e una parte di ex fedelissimi che gli contesta un totale appiattimento sulla linea salviniana, una resa incondizionata alla destra sovranista.![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%201170%20780'%3E%3C/svg%3E)
La ribellione, per ora rimasta all’interno dei confini del recinto, fa capo a Mara Carfagna, la più scontenta del ritorno di fiamma tra gli azzurri e i verdi della Lega. A settembre organizzò una cena con 55 forzisti, nelle scorse ore è andata all’attacco dei colleghi dicendosi sdegnata dall’astensione di fronte all’istituzione della Commissione Segre, non supportata col voto dal centrodestra. Una voce non certo isolata: in
24 ci hanno già messo la faccia e hanno firmato un documento per chiedere al presidente Berlusconi di dare una sterzata alla linea del partito.![](data:image/svg+xml,%3Csvg%20xmlns='http://www.w3.org/2000/svg'%20viewBox='0%200%201400%20933'%3E%3C/svg%3E)
Le voci di una rottura all’orizzonte si fanno sempre più forti: stando a quanto trapela dagli ambienti forzisti, sarebbero addirittura una cinquantina i parlamentari pronti a seguire Mara Carfagna in caso di strappo definitivo dal Cavaliere, un colpo probabilmente di grazia per un partito già crollato recentemente nelle preferenze degli italiani (oggi è intorno al 6%, lontanissimo dai fasti di un tempo).
Gli aspiranti scissionisti contestano d’altronde a Berlusconi proprio la perdita di voti, evidente: chinare costantemente il capo di fronte a Salvini ha spinto gli elettori a rifugiarsi altrove, non trovando più in Forza Italia un elemento di discontinuità rispetto agli estremismi sovranisti. Persino Renato Brunetta, che aveva disertato non a caso la piazza di San Giovanni a Roma, viene dato ormai con la valigia in mano.
“Non vi meritate mia madre”. La lettera, rabbiosa, del figlio di Liliana Segre