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Ubriacarsi e fumare droga sul posto di lavoro? Si può!

Stressati da obiettivi irraggiungibili e oberati da compiti e commissioni, spesso desideriamo al lavoro una pausa che sia davvero tale, un po’ come succede in America. Aziende che  contengono tra i loro spazi luoghi adibiti a relax: sale da pranzo, campi da sport, sale giochi e lettini per riposare.
Il diritto a prendersi un break, che non vada a compromettere la performance del nostro lavoro, è un concetto che si sta pian piano delineando, prendendo piede anche nel nostro paese. Le nuove Startup mirano all’affitto di open space comprensivi di postazioni relax e luoghi dove ritirarsi per un sano break.
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Se però sembrano evidenti le occupazioni che possiamo svolgere durante il luogo di lavoro, purchè siano pertinenti e non  vadano a compromettere l’esito della performance, non per tutti le leggi valgono in modo univoco.

Il caso della Colombia

A questo proposito la Colombia fa eccezione dove in tutti gli Stati del mondo è la regola. Nella terra sudamericana infatti è previsto molto più che un semplice atteggiamento rilassato: sul posto di lavoro ci si può infatti presentare da ubriachi ed assumere alcol e stupefacenti! Tutto questo, per lo Stato colombiano, è assolutamente legale, purchè non vada ad intaccare il risultato del lavoro.
La notizia ha dell’incredibile, soprattutto se paragonata alle leggi professionali vigenti in ogni altra nazione del mondo.
In Italia, ad esempio, oltre a sanzioni si rischia il licenziamento. La Colombia ha invece riletto le proprie norme in materia apportando modifiche importanti: ha di fatto riconosciuto ai lavoratori il diritto di essere ubriachi o presentarsi sul posto di lavoro sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, sempre a condizione che la loro performance lavorativa sia efficiente e non influenzata in modo negativo.
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Due studenti alla Corte Costituzionale

Tutto ciò è stato stabilito dalla corte costituzionale colombiana. L’istituzione ha infatti decretato che il consumo di alcol e droghe “non sempre danneggia la prestazione lavorativa”. Il dipendente non solo risulta dunque protetto da sanzioni disciplinari, ma è salvo da un licenziamento in tronco!
Le critiche sono giunte da ogni parte, ma i due studenti di legge che hanno presentato la domanda di modifica della legge, vincendola, hanno avuto la meglio sull’opinione pubblica. I due si sono appellati sul presupposto che tutte le persone sono uguali di fronte alla legge, quindi anche tutti i lavoratori. La sanzione o il licenziamento vanno effettuati solo nel caso in cui venga dimostrata una conseguenza sulla prestazione lavorativa.