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Ucraina, Medvedev: “Chi ha detto che tra due anni esisterà ancora sulla mappa del mondo?”

Dmitri Medvedev continua a spaventare e minacciare tutto l’Occidente. L’ex presidente russo si lancia infatti in una nuova agghiacciante provocazione, dopo quella pubblicata sul suo canale Telegram soltanto pochi giorni fa. L’altra volta Medvedev aveva definito gli occidentali dei “bastardi degenerati che devono sparire”. Stavolta il braccio destro di Vladimir Putin si domanda: “Chi ha detto che l’Ucraina tra due anni esisterà ancora sulla mappa del mondo?”.

Dmitri Medvedev minaccia l’Ucraina

“Solo una domanda: chi ha detto che l’Ucraina tra due anni esisterà ancora sulla mappa del mondo?”, si domanda provocatoriamente Medvedev su Telegram, mettendo in dubbio il futuro stesso dell’Ucraina in quanto Stato sovrano. Una frase che preoccupa, soprattutto alla luce di quanto già dichiarato dallo stesso ex presidente soltanto pochi giorni fa. “Gli occidentali li odio, sono bastardi degenerati. Vogliono la morte per noi, per la Russia. E finché sarò vivo farò il possibile perché spariscano”, aveva scritto Medvedev sempre su Telegram.

Russian President Vladimir Putin, right, listens to Prime Minister Dmitry Medvedev during the State Council meeting on the agricultural policy at the Kremlin in Moscow, Russia, Thursday, Dec. 26, 2019. (Yekaterina Shtukina, Sputnik, Government Pool Photo via AP)

Intanto Volodymyr Zelensky pubblica un nuovo messaggio alla nazione. “L’Ucraina ha bisogno di moderne armi antimissilistiche. – spiega il presidente – Il nostro Paese non ne ha ancora abbastanza. Il ritardo nella loro fornitura non può essere giustificato. Lo sottolineerò costantemente quando parlerò con i nostri partner. La Russia ha ancora diversi tipi di missili sovietici, che sono ancora più pericolosi. Sono molto meno precisi e quindi molto più minacciosi per bersagli civili e normali edifici residenziali”.

“Le segnalazioni che ricevo sono significativamente diverse. – prosegue Zelensky – Mi aspetto ora ispezioni logistiche nell’esercito. Ispezioni su ciò che viene fornito e su come vengono distribuiti i dispositivi di protezione individuale. Oggi, tutti nelle zone di combattimento devono avere tutto ciò di cui hanno bisogno per proteggersi. Nel corso dell’ultima giornata non sono avvenuti cambiamenti drastici nella battaglia per il Donbass. I combattimenti più feroci sono a Sievierdonetsk e in tutte le città e comunità vicine, come prima. Le perdite, purtroppo, sono dolorose. Ma dobbiamo resistere. Si tratta del nostro stato. È fondamentale resistere lì, nel Donbass”, conclude.

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