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“Non saremo un’isola in un mondo che soffre”. Le parole, fortissime, che hanno colpito al cuore l’Europa

Poche ma significative parole per fotografare lo stato dell’Unione Europea alla Plenaria di Strasburgo. A partire dal difficile momento e dalle tante sfide che il Vecchio Continente si trova ad affrontare in questi mesi. Così il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha voluto iniziare il suo discorso: “L’Europa deve restare un continente di apertura e tolleranza, non sarà mai una fortezza in un mondo che soffre, non sarà mai un’isola, resterà multilaterale, il pianeta non appartiene a pochi. Bisogna lavorare per relazioni monetarie stabili nel mondo mentre altrove si è troppo inclini alle guerre commerciali e all’unilateralismo irrispettoso verso gli altri: resterò sempre un multilateralista convinto. La geopolitica ci insegna che l’ora della sovranità europea è suonata. L’Europa deve diventare un attore sovrano nelle relazioni internazionali. La sovranità europea deriva dalla sovranità degli Stati membri e non sostituisce le nazioni”.

“Oggi – ha aggiunto Juncker – presentiamo una proposta per il rafforzamento della guardia frontiera e guardacoste europee con un aumento di funzionari da qui al 2020 per arrivare a 10mila unità, oltre che una proposta per creare una agenzia europea per l’asilo, perché gli Stati membri hanno bisogno di maggiore sostegno nel trattare le richieste. L’esecutivo comunitario mette infine sul tavolo una proposta per accelerare il rimpatrio dei migranti arrivati irregolarmente”.Juncker ha concluso sottolineando, sempre in tema di immigrazione, come “abbiamo bisogno di migranti qualificati. Le proposte della Commissione ci sono. Sono sul tavolo già da tempo”. E sul cambio dell’ora: “Gli europei nel 2019 non ci applaudiranno se due volte l’anno sulla base delle norme europee dobbiamo cambiare l’ora. Il cambiamento dell’ora deve essere eliminato. Gli Stati membri devono decidere loro stessi se i loro cittadini devono vivere con l’ora legale o l’ora solare. Mi aspetto che il Parlamento e il Consiglio lo riconoscano e facciano in modo che ci siano soluzioni regionali conformi al mercato unico”.