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Mascherine in tessuto, il business statunitense da 1 milione di dollari

La pandemia globale ha messo in crisi centinaia di industrie e attività di tutto il Mondo, ma ci sono aziende che dalla crisi economico-sanitaria hanno saputo trarne il massimo beneficio. Il sito The Verge ha raccontato di quelli che hanno fatto fortuna vendendo mascherine in tessuto per contenere il coronavirus su Etsy, una piattaforma e-commerce per vendere e comprare soprattutto oggetti fatti a mano, usati o vintage. Per i piccoli venditori come questi, il boom delle mascherine è stato sia un’opportunità che una sfida. “Ci vogliono tre cose per fare fortuna – ha spiegato il sito web americano -. Uno: devi conoscere l’industria dell’abbigliamento, anzi possibilmente ci devi lavorare già. Due: devi stare a Los Angeles (newyorkesi, ci dispiace). Tre: devi avere molta energia, perché spedire decine di migliaia di mascherine al mese con una manciata di collaboratori vuol dire lavorare fino a tarda notte e poi svegliarsi molto presto e rifare tutto daccapo, a volte dovendo anche occuparsi dei bambini”. Dall’oggi al domani, alcuni piccoli laboratori artigianali senza pretese si sono così trasformati in attività organizzate e frenetiche, che hanno incassato fino a un milione di dollari.

Tra aprile e giugno, ha scritto The Verge, i negozi ospitati da Etsy hanno venduto in mascherine 346 milioni di dollari (quasi 300 milioni di euro) e 4 milioni di persone ci sono arrivate per comprare soltanto quelle. È stato un grande successo commerciale anche per la piattaforma, che ha trattenuto circa il 5% dei ricavi: in quei mesi una media di oltre un dollaro su dieci era speso su Etsy per comprare mascherine. Ad aprile, le vendite erano raddoppiate rispetto allo stesso mese del 2019, mentre tra gennaio e febbraio erano aumentate del 16 per cento.
L’arrivo della pandemia ha creato dal nulla un mercato totalmente nuovo, che non era presidiato da nessuno. Su Etsy più di 100mila si misero a proporre mascherine in tessuto: soprattutto donne che preparano oggetti a mano a casa, la tipologia più comune di venditore della piattaforma. Molti la usavano da anni, altri sono arrivati appositamente, come le sorelle Becky Smith e Debbie Cobb, che usano il ricavato delle vendite per comprare i tessuti delle mascherine che realizzano gratuitamente per i più anziani e per la parrocchia. Da aprile ne hanno vendute 2.000, per un totale di oltre 25mila dollari (21mila euro).
Leah Jackson, insegnante di ingegneria che sta su Etsy da due anni, ha trasformato la sala da pranzo di casa sua in un “laboratorio da sarta” con due macchine per cucire, così da soddisfare le richieste dei clienti. Nei primi mesi, lavorava fino all’una di notte e si svegliava alle 7 per occuparsi dei bambini; Tyra Flotte, un’insegnante di musica che vende lavori all’uncinetto su Etsy dal 2014, ha detto di ricevere “20 ordini a settimana” e di non sapere più come fare, ora che è ricominciata la scuola. A luglio le mascherine le avevano fruttato 3.000 dollari (2.500 euro), un’entrata particolarmente utile visto che suo marito è in cassa integrazione e lei d’estate non viene pagata.Per i negozi più grandi le cifre sono chiaramente più alte: un’azienda di abbigliamento, rimasta anonima, ne ha vendute circa 500mila, ricavando 4,1 milioni di dollari (3,4 milioni di euro) tra aprile e metà settembre: un aumento di oltre il 2.000 per cento rispetto alle vendite dell’intero 2019. Jennifer Song, ex presidente di un’azienda di fast fashion (che vende moda economica e di bassa qualità), gestisce un negozio di abbigliamento a conduzione familiare; anche lei si è messa a vendere mascherine su Etsy, andando a dormire per mesi alle 4 del mattino e svegliandosi alle 7, mentre il marito si occupava delle spedizioni. Charlette Chang ha venduto su Etsy più di 200mila mascherine, ricavando circa 1,5 milioni di dollari: era arrivata sulla piattaforma a settembre 2019 per vendere le sue magliette e, lavorando già con un’azienda tessile, riuscì a convertire rapidamente gli ordini.

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