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Marmolada, Mario Tozzi: “Non un fulmine a ciel sereno, colpa dei Sapiens”

La valanga che si è verificata sulla Marmolada è una tragedia per il Paese intero. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso tutto il suo cordoglio a nome degli italiani ai parenti delle vittime. Il premier Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte hanno deciso di comune accordo di rinviare il vertice previsto per questo pomeriggio. Intanto, mentre proseguono le ricerche dei numerosi dispersi, esplodono le polemiche. Sui social diventa trend l’intervista rilasciata da Mario Tozzi a La Stampa, in cui il geologo individua il vero colpevole di quanto accaduto.

Marmolada: l’opinione di Mario Tozzi

“La spaventosa valanga di neve, ghiaccio e roccia che si è staccata ieri alla Marmolada non è stata certo un fulmine a ciel sereno. – attacca Mario Tozzi su La Stampa – Talmente tante e tali sono state la frane e le slavine registrate negli ultimi anni, soprattutto i crolli in roccia, palmare testimonianza dell’arretramento esponenziale delle coltri glaciali in tutte le Alpi”, punta il dito il geologo.

Secondo Tozzi, “è sempre il cambiamento climatico che ci sta mostrando le sue diverse facce. Da un lato la siccità oltre ogni memoria che si registra nella Valle del Po, le ondate di calore nelle aree urbane, la mancanza di piogge. Dall’altro la diffusione accelerata di nevi e ghiacci che ha portato già all’estinzione del ghiacciaio più meridionale d’Europa (Il Calderone sul Gran Sasso). E porterà nei prossimi anni alla fine di quelli alpini”. Questo il quadro sconsolante dell’emergenza climatica in atto tracciato dall’esperto.

“Il fatto è che il clima assomiglia a un orso in letargo infastidito dagli esperimenti dei Sapiens. – si sfoga ancora lo scienziato – Sulle prime risponderà alle sollecitazioni infastidito, ma ancora pesantemente addormentato, e si girerà magari sull’altro lato continuando a dormire. Ma non possiamo sapere quando si sveglierà di soprassalto per reagire all’ennesima azione con una reazione apparentemente sorprendente, ma ampiamente prevedibile. Visto che, comunque, prima o poi, dal letargo si esce”, avverte Mario Tozzi.

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