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“Il Pd? Litigano su twitter come i bambini. Zingaretti non è leader”. Parola di Velardi

L’ex giornalista e saggista Claudio Velardi, spesso ricordato come il capo dei “Lothar” di Massimo D’Alema a Palazzo Chigi, è stato intervistato da Federica Fantozzi sull’HuffingtonPost per ragionare sull’ennesimo scontro interno al Pd e sul futuro del partito e del governo. Velardi risponde per prima cosa sui litigi degli esponenti Dem via Twitter a proposito di quanti punti gli assegnerebbero i sondaggi al lordo delle ultime tre scissioni. “Mi vengono in mente le baruffe chiozzotte della commedia di Goldoni. Lì le donne nei vicoli si cambiavano opinioni sul tempo e sugli amori, e poi i pettegolezzi lievitavano in una gigantesca commedia di cui tutti erano parte. Ecco, l’unica differenza è che al posto dei vicoli ci sono i social. È l’esplosione di vecchi rancori che tornano a galla senza grande rispondenza nella realtà”.

Commenta ancora Velardi: “Il Pd vive una condizione bloccata. Non è in grado di assumere iniziative di nessun genere. Si sfoga con polemiche online anche volgari perché non ha margini di attività né possibilità di mettere in modo dinamiche virtuose. Vivono in uno stato di perenne crisi di nervi. Fanno parte di un governo che non volevano nascesse: il loro principale nemico, Matteo Renzi, glielo ha apparecchiato e poi ha detto ‘andate pure avanti voi’. Li ha esposti sul fronte governativo e saltella loro intorno senza farsi mai prendere in castagna. Se anche nei sondaggi Iv scendesse allo 0,04% resterebbe il loro fantasma”.

“L’altro motivo di nervosismo – spiega Velardi – è che il principale alleato del Pd – il M5S – è un partito che si sta decomponendo e pensa di governare rafforzando gli originari tratti anti-sistema: un ossimoro. Il Pd è l’opposto: è l’architrave del sistema. Storicamente, ma anche attualmente, gestisce un potere diffuso più ampio del suo peso elettorale: la burocrazia, le tecnostrutture, l’apparato statale… Zingaretti è stato scelto perché rappresenta tutto questo: una gestione magari oculata e di buon senso, ma grigia e dorotea”.

Conclude Velardi: “Il premier è il collante tra questi due bizzarri animali e strizza l’occhiolino ora all’uno ora all’altro. Il risultato è clamoroso: il governo non fa nulla, Conte ha popolarità, il Pd ne fa le spese. Intanto la crisi di nervi esplode in forme irrazionali e infantili su Twitter. È pazzesco che lo faccia il buon Andrea Orlando educato nella tradizione del vecchio Pci ligure dove c’era una certa grammatica, sintassi, educazione politica. La comunicazione del Pd in quanto tale che non esiste. È come minimo afono. Loro direbbero che stanno gestendo in modo accorto, misurato e tranquillo il Paese nel dopo-Covid. Ma, almeno, non fate i ragazzini su Twitter. Zingaretti ha fatto del low profile la sua cifra, ma con la pandemia ai politici si richiede tutto tranne la gestione piatta dell’esistente”.

 

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