C’è una frangia di militanti del Movimento Cinque Stelle che, sui social e tramite il blog di Beppe Grillo, continua a chiedere ai propri rappresentanti una maggiore indipendenza rispetto alla Lega, lamentandosi dello strapotere di Salvini nell’esecutivo Conte. Una sensazione, crescente e fastidiosa, che sia il Capitano spesso e volentieri a dettare l’agenda politica al resto del governo, costretto ad assecondarlo sempre e comunque o quasi. E c’è invece una cellula, nella sconfinata galassia pentastellata, che col leader del Carroccio è in guerra da tempo e che porta avanti la sua personalissima battaglia tra mille difficoltà. A capo lei, Virginia Raggi, il sindaco di Roma prima eletto a totem dei successi pentastellati al momento della conquista del Campidoglio e poi sempre più isolata, abbandonata tra i mille problemi suoi e della capitale.
“A Roma i 5 stelle potevano fare di meglio – incalzava subito Salvini – anche se hanno ereditato una roba sovrumana. Mi aspettavo di più come tutti i romani, un vero cambiamento”. Aggiungendo poi: “La morte di questa ragazza è avvenuta è in centro a Roma: non possono esserci buchi neri. Vado e voglio vedere”. Pronta la replica della Raggi, decisa a non cedere un millimetro: ” La Lega Nord forse non conosce Roma. Non c’è solo San Lorenzo come quartiere difficile. Abbiamo zone più periferiche come San Basilio, Tor Bella Monaca, Corviale, Centocelle in cui è necessario che l’azione dello Stato sia più incisiva. Servono più forze dell’ordine, accompagnerò il ministro Salvini a conoscere Roma in modo che si possa passare finalmente dalle parole ai fatti”.L’oscuro ruolo dell’amico Salvini nel caso-sfratto dei camerati abusivi di CasaPound