Avrebbe compiuto 31 anni il prossimo mese, a marzo, Vittorio Iacovacci. Ucciso in Congo, insieme all’ambasciatore italiano Luca Attanasio, mentre prestava servizio come carabiniere. Una morte terribile, inaccettabile, la sua. Originario di Sonnino, paese della Ciociaria famoso per aver dato i natali anche all’ex calciatore Alessandro Altobelli, era entrato in servizio nell’ambasciata del nostro Paese in Congo a settembre 2020, effettivo al Battaglione Gorizia dal 2016.

Iacovacci, che aveva prestato servizio anche alla Folgore, in Congo era impiegato come parte della scorta all’ambasciatore. Non era sposato, non aveva figli, era in servizio dallo scorso settembre presso l’ambasciata italiana ed era in forza al 13° reggimento Friuli Venezia Giulia, a Gorizia, che fa parte della seconda Brigata mobile dell’Arma dei carabinieri, un nucleo di elite con proiezione operativa all’estero. In passato, proprio alcuni carabinieri di quella Brigata erano stati tra le vittime nell’attentato di Nassiriya e negli agguati in Afghanistan ad opera dei talebani.

Iacovacci aveva fatto un corso di addetto ai servizi di protezione e si occupava della tutela dell’ambasciatore. “La comunità di Sonnino è sgomenta per questa giovane e tragica perdita. Proclameremo il lutto cittadino”. Così il sindaco di Sonnino, Luciano De Angelis, alla notizia della morte in Congo del carabiniere Vittorio Iacovacci, originario del centro in provincia di Latina. «Era andato a portare la pace ed è stato ucciso – conclude il sindaco- ci stringiamo attorno alla famiglia”.