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Zaia: “Ok al reintegro dei medici no vax, ma…”

“I medici no vax non sono stati radiati dagli ordini professionali. E quindi era inevitabile che tornassero in servizio. Il governo Meloni ha soltanto anticipato temporalmente una circostanza che si sarebbe comunque verificata”. Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e in testa ai sondaggi di gradimento del popolo leghista, esprime la sua opinione sul tema dei no vax nelle professioni sanitarie.

In un’intervista a Libero, Zaia afferma che l’unica alternativa al reintegro era la radiazione, non proprio un gesto di pace sociale: “Non ne vedo altre. Io rispetto le idee di tutti, per carità. Però evitiamo discussioni che non stanno manco in piedi. C’è gente anche autorevole che si straccia le vesti. Ma poi, in concreto, cosa facciamo? Aspettiamo altri sei mesi, un anno ancora? Così però il problema si rimanda e basta”.

Il tema, semmai, è quello del ricollocamento dei no vax in posizioni di lavoro delicate: secondo il presidente del Veneto i medici che rientrano in corsia non devono essere impiegati nei reparti a rischio. Zaia aggiunge che nella sua regione sono dodici su 605 a tornare in servizio in questo momento.

Tra chi ha rifiutato il vaccino, aggiunge Zaia, ci sono due categorie di persone: “La prima è quella di chi, per paura, per convinzione, per ansia personale, non si è vaccinata. Io ho sempre difeso la libertà di scelta nella vaccinazione. Ho fatto una grande campagna vaccinale in Veneto, ma ho sempre pensato che dovesse vincere il dialogo e non la coercizione. Noi ce l’abbiamo fatta, abbiamo raggiunto tutti. Dobbiamo raccontarci anche le cose che vanno bene”.

E poi, però, ci sono i no vax che si mettono “a fare lezione. C’è chi ha cominciato a parlare di scie chimiche, di poteri forti, di Big Pharma. Chi ha iniziato anche a offendere arrivando a livelli di discussione inaccettabili. Io sono totalmente rispettoso delle idee di tutti, anche di quelli che la pensano all’opposto da me, ma alcuni hanno esagerato. Soprattutto perché hanno molto spesso venduto una visione semplicistica del Covid. Abbiamo sentito gente parlare di genetica senza che neanche sapesse cosa sia. Ecco, queste persone non le posso proprio giustificare”.