L’attentato al ponte di Kerch che unisce la Crimea alla Russia potrebbe aver fatto segnare una svolta definitiva nella guerra in Ucraina. La reazione dell’esercito di Vladimir Putin è stata infatti massiccia e violenta, con centinaia di missili lanciati su infrastrutture e città ucraine. Ora si teme una ulteriore escalation, con il rischio che possa essere usata persino un’arma nucleare. In questo clima infuocato si inseriscono le minacce di morte del presidente ceceno Ramzan Kadirov a quello ucraino Volodymyr Zelensky.
Durante il bombardamento di Kiev e delle altre città ucraine, avvenuto lunedì 10 ottobre, potrebbe essere stato colpito e distrutto anche l’ufficio di Zelensky. Fortunatamente in quel momento il presidente non si trovava lì. Ma l’intenzione dei russi di farlo fuori è ormai chiara. A confermare questo sospetto, se mai ci fossero stati dubbi, è direttamente Kadyrov.
“Ora sono soddisfatto al cento per cento del modo in cui l’operazione militare speciale si sta conducendo”, scrive Kadyrov sul suo canale Telegram parlando dei bombardamenti a tappeto su tutte le città ucraine deciso dai russi dopo l’attentato al ponte di Crimea dell’altro giorno. “Ti avevamo avvertito, Zelensky, che la Russia non aveva ancora iniziato. Smettila di lamentarti come una feccia”, il presidente ceceno si rivolge così al pari grado ucraino.
“È meglio che scappi prima di essere colpito. – questo il chiaro avvertimento lanciato da Kadyrov a Zelensky – Scappa. Scappa, Zelensky, scappa senza guardare l’Occidente. Deve correre prima che io arrivi, correre verso l’Occidente senza guardarsi indietro. Zelensky si lamenta degli attacchi su Kiev e su altre città. Ma non ci ha pensato? Pensa che lui può e altri no?”, conclude poi il suo messaggio puntando il dito contro le autorità di Kiev responsabili di “otto anni di bombardamenti su civili e della distruzione delle infrastrutture delle città della Repubblica Popolare di Donetsk”.
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