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Zingaretti: “Avanti col Conte ter”. Nessun veto su Matteo Renzi

La crisi di governo è stata “un errore”. Ma Nicola Zingaretti, leader del Partito Democratico, vede un “passaggio strettissimo” per uscire da questa spinosa situazione. Senza mettere in discussione, però, il nome di Giuseppe Conte come futuro premier: “Io condivido e chiedo il mandato sulla proposta a Mattarella di un incarico a Conte per dare vita ad un governo che raccolga il suo appello a un nuovo governo europeista che possa contare su ampia base parlamentare”.

Nel suo intervento alla Direzione nazionale del Pd, il segretario ha proposto quindi un Conte Ter con una “più ampia base parlamentare”. Senza porre veti nemmeno nei confronti di Matteo Renzi: “Il tema del rapporto con Iv non ha nulla a che vedere con il risentimento per il passato ma di legittimi dubbi fondati per il futuro. Nessun veto ma un aspetto politico da tenere in considerazione perché verremo giudicati in merito alla sincerità e credibilità delle parole per definire il governo che decideremo insieme di sostenere”.

“Noi, parafrasando Aldo Moro, non dobbiamo neanche commettere l’errore di lambire una politica lontana dalla gente. Il salto del buio ha aperto una pericolosa stagione di precarietà, rallentando o fermando importanti dossier” ha sottolinea Zingaretti. “L’appello alla responsabilità fatto dal Presidente Conte a sostenere un Governo di stampo europeista e che affronti le sfide che abbiamo davanti ha ottenuto la fiducia dei due rami del Parlamento senza il voto dei parlamentari di Italia Viva”.“Una maggioranza assoluta alla Camera e 157 voti al Senato, solo 4 voti in meno della maggioranza assoluta. Una conferma che negli attuali equilibri parlamentari figli della sconfitta del 2018, Conte, indicato ad agosto dal partito di maggioranza relativa, rappresenta nelle forze politiche un punto di equilibrio credibile. Ma le sfide immense che abbiamo davanti richiedono un salto di qualità, stabilità e visione – ha aggiunto Zingaretti – Questa consapevolezza e la volontà di dare vita a un Governo nuovo stabile e di ampia base parlamentare ha portato il Presidente Conte a rassegnare le dimissioni, e mettersi a disposizione per un esecutivo di chiaro stampo europeista e con un nuovo programma”.

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