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Le Ong puntano Lampedusa: “Non ci intimidite”. E il veliero Alex pronto a forzare il blocco

Situazione sempre più grave e tesa. La nave Alan Kurdi, appartenente alla ong Sea-Eye, ha ricevuto dal Viminale il divieto di accesso. Il veliero Alex, invece, pensa di forza il blocco ed entrare in porto. “Dopo aver salvato 65 naufraghi navighiamo ora verso Lampedusa”. Lo scrive su Twitter la Ong Sea-Eye sulla situazione della nave Alan Kurdi. “Non ci facciamo intimidire da un ministro dell’Interno, piuttosto ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino”, conclude Sea Eye. 

“La legge del mare dovrebbe essere applicata sempre, anche se un rappresentante del governo si rifiuta di seguirla”. Una motovedetta della Guardia di Finanza ha notificato in mattinata al comandante della Alan Kurdi il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque territoriali italiane.

Già ieri la situazione della Alan Kurdi aveva allarmato cancellerie e organizzazioni umanitarie. “Salvare vite in mare è un compito europeo”: così una portavoce del governo tedesco Martina Fiez. “Siamo al corrente della notizia della nave Alan Kurdi”, ha proseguito, “sottolineiamo ancora una volta che il nostro obiettivo come governo tedesco è trovare una soluzione veloce: si tratta di trovare un porto sicuro e di chiarire la questione della redistribuzione in ambito europeo”.

Berlino precisa anche che “al momento il governo federale non ha ricevuto alcuna richiesta di accoglienza delle persone” sbarcate a Lampedusa alcuni giorni fa dalla nave dell’ong tedesca Sea Watch. All’indomani dello sbarco, la Germania aveva infatti annunciato la propria disponibilità di accogliere un terzo dei 40 migranti sbarcati dopo il contestato ingresso in porto della nave. Allo stato attuale però secondo Berlino non sono giunte richieste formali.

“La guardia costiera libica ci ha inviato un’e-mail di assegnazione di un porto in Libia” per far sbarcare le 65 persone a bordo di Alan Kurdi ma “abbiamo respinto questa indicazione”. Lo scrive su twitter la Ong tedesca Sea Eye. “La guardia costiera finanziata dall’Ue ci chiede di violare il diritto internazionale. Non riporteremo le persone salvate nelle prigioni di tortura libiche”.

Col sole a picco, le coperte termiche sono state legate sopra il ponte per fare un po’ d’ombra. Dopo la visita dei medici a bordo, in 13 sono stati evacuati da una motovedetta della Guardia costiera a Lampedusa: donne (3 incinte), bimbi (tra loro anche la piccola Jasmine, di soli 2 anni), famiglie intere.

 

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