Un presunto emendamento alla legge di Bilancio contro il quale nelle scorse ore aveva puntato il dito, inferocito, Matteo Salvini tuonando: “Se entrano nel tuo conto corrente per pignorare, secondo me siamo all’Unione sovietica fiscale, lo stato di polizia fiscale”. Parole forti, accompagnate da una notizia che rimbalzava su diversi siti italiani e che parlava della possibilità di pignoramento del conto corrente dei cittadini in caso di mancato pagamento di multe o dell’Imu. Tutto falso, in realtà, dato che la manovra non prevede nulla di nuovo, nemmeno per quanto riguarda le contravvenzioni al Codice della strada.
Quindi per i Comuni, che da anni chiedevano procedure più rapide e incisive, non sarà più necessario attendere l’iscrizione a ruolo e l’emissione della cartella esattoriale. Una volta caduti i termini, per gli enti scatterà la possibilità di attivare le procedure esecutive e quelle cautelari, tra cui il fermo amministrativo e l’ipoteca, allo stesso modo di quanto fa oggi il fisco. Gli atti di accertamento riguardano però solo i tributi e le entrate patrimoniali, come i canoni di affitto di immobili o spazi pubblici, mentre sono escluse le multe.
Il contribuente moroso potrà comunque chiedere la rateizzazione, a patto che si trovi in situazione “di temporanea e obiettiva difficoltà”. In quel caso l’ente o l’agente della riscossione dovranno concedere la possibilità di pagare in quattro tranche per somme tra 100 a 500 euro, da 5 a 12 quando il dovuto è compreso tra 500 e 3mila euro, da 13 a 24 per cifre fino a 6mila euro, da 25 a 36 fino a 20mila euro e da 37 a 72 rate in caso di debiti superiori ai 20mila euro. Per il recupero di somme fino a 10.000 euro, prima di attivare una procedura esecutiva e cautelare devono inviare un sollecito di pagamento con cui si avvisa il debitore .Corso di laurea abilitante a medicina in Spagna, cos’è e come partecipare