Nel rassicurare gli italiani, terrorizzati alla notizia del primo caso di persone infette da coronavirus in Italia, il premier Giuseppe Conte ha usato parole precise. Parlando dello Spallanzani di Roma, la struttura all’interno della quale sono ricoverati i due cinesi colpiti dal virus, come di una “Bibbia” in casi del genere. Parole che secondo molti cittadini, in preda alla paura per il possibile contagio, sarebbero esagerate. E che però sintetizzano appieno le capacità di un’eccellenza assoluta del nostro Paese.
Dall’impegno per la gestione della polmonite interstiziale fino all’analisi critica delle situazioni, in quell’occasione la comunità scientifica aveva lodato ùtutte le persone e le istituzioni coinvolte “in una grandissima catena di collaborazione scientifica e solidarietà umana”, sottolineando il ruolo “determinante per l’evoluzione positiva del caso che ha avuto la ventilazione meccanica, che ha permesso le ripresa delle funzioni respiratorie, e la terapia antimalarica somministrata anche se non c’era rilevanza della presenza”.
La notizia di un caso di Ebola in Italia si era diffusa alla fine del 2014, quando la stessa Emergency aveva parlato di un suo operatore che aveva mostrato i sintomi della malattia. Anche di fronte al coronavirus, quindi, l’Italia si prepara ora a mettere in campo il meglio della sua eccellenza in campo medico. Al momento i casi accertati sono soltanto due, una coppia di turisti cinesi in visita in Italia di 67 e 66 anni, ma sono sotto controllo anche le persone che viaggiavano e che hanno interagito con loro in questi giorni.