Una crisi che, nel giro di poche ore, ha messo in mostra il peggio del nostro Paese, parso schizofrenico e impreparato di fronte a una crisi sì imprevista e forse prevedibile fino a un certo punto, quella legata alla diffusione del coronavirus in tutto il territorio con picchi principalmente nel nord Italia, ma di fronte alla quale si poteva e doveva reagire in maniera diversa. A partire da una classe politica, maggioranza e opposizione, parsa estremamente incompetente nel gestire una situazione di emergenza improvvisa.
Anche i cittadini, però, hanno le loro responsabilità. Tutti in fila, puntualissimi, a lamentarsi quando le cose non vanno, nessuno in grado di adottare un barlume di senso civico e lungimiranza in un momento così delicato. Il treno affollato in marcia da Milano a Salerno ha dell’incredibile. Il direttore del Mattino di Napoli Alessandro Barbano ha parlato a tal proposito di “dirittismo”, la “percezione collettiva di essere titolari di un credito politico nei confronti della democrazia, a cui non corrisponde una parallela responsabilità sociale”. Per superarlo, l’auspicio è un cambiamento linguistico, un ritorno a un lessico fatto di coraggio e impegno civile.
Un’epoca, la nostra, in cui tutti si sentono in credito con l’Italia, si sentono migliori della classe politica che li governa, si mostrano estremamente scontenti a fronte dei livelli di benessere raggiunti. Un sentire comune, il sentirsi parte di un unico ingranaggio sono concetti ormai lontani. Un tessuto sociale non più coeso, guidato da leader fra i quali, francamente, si fatica a trovare statisti illuminati. Non certo le premesse migliori per affrontare il periodo, durissimo, che ci aspetta.MODES sbarca in Svizzera, nuova Boutique a Sankt Moritz