Un Paese messo in ginocchio dall’emergenza coronavirus, la Spagna. Dove il numero dei morti ha superato la drammatica soglia dei 25 mila, a fronte di oltre 245 mila positivi registrati dall’inizio della pandemia. E dal quale sono arrivate, in questi giorni, testimonianze drammatiche di ospedali pieni, pazienti adagiati a terra come fossero dei sacchi, case di riposo abbandonate al loro destino dalla fuga del personale sanitario. In mezzo a tanto dolore, ecco però arrivare anche un racconto che ha emozionato il mondo.
Una vita difficile, quella di Beatriz, che da bambina già lavorava nei campi e si prendeva cura del bestiame. Poi il matrimonio e due bambini. Nessuno le è sopravvissuto. Il marito è morto negli anni ’90, seguito dal primo figlio, scomparso per un tumore al cervello. La seconda figlia, la moglie del genero Fermin, è mancata quattro anni fa, uccisa da un cancro al seno. L’unica nipote ha invece una grave disabilità.
“Fino a poco più di due anni fa, mia suocera non era mai stata in ospedale in vita sua” ha raccontato il genero all’agenzia di stampa spagnola Efe. “Vivevamo insieme e tra lei e mia figlia c’era un rapporto molto speciale fatto di sorrisi”. Poi per Beatriz è arrivata la demenza senile e la difficoltà motoria per una brutta artrosi al ginocchio e, nel luglio sorso, la scelta di portarla in una casa di cura, dove è stata protagonista dell’ennesima, difficilissima sfida della sua vita.Prove distrutte, bugie, esperimenti: il dossier Usa che inchioda la Cina