Dopo tante polemiche è stato raggiunto l’accordo sulla regolarizzazione dei migranti che lavorano nei campi e come badanti e sulle colf “in nero”. Un’intesa frutto di un lungo lavoro di mediazione tra il premier Conte e i capi delegazione dei partiti della maggioranza giallo-rossa: ogni punto del decreto Rilancio infatti è stato al centro di forti polemiche, con il dado tratto alla fine soltanto nella notte. Il tutto mentre Teresa Bellanova continua a dirsi ottimista sul fatto che, salvo colpi di coda dei Cinque Stelle al momento inattesi, il percorso ora sarà nitido e andrà avanti senza intoppi.
Al momento non sono stati forniti numeri ufficiale da parte del Viminale, ma stando a quanto emerso in queste ore a essere regolarizzati potrebbero essere Non si fanno numeri al Viminale. Ma i “regolarizzabili” potrebbero essere 500 mila stranieri. Due le leve attraverso le quali procedere: quella dei permessi di ricerca di lavoro (con il vaglio dell’Ispettorato lavoro) e alla fine per sei mesi, ma soprattutto quella che affida al datore di lavoro l’emersione del lavoro “in nero”. Vale ovviamente per italiani e stranieri.
Il ministro del Sud si è battuto perché l’emersione fosse da intendersi il più ampia possibile. Ai lavoratori stranieri a cui il datore di lavoro garantisce il contratto, sarà dato un permesso di soggiorno della durata del contratto di lavoro. I datori di lavoro che dichiarano le pregresse irregolarità avranno uno scudo penale e amministrativo.Le due vite di Silvia, tornata in Italia con il velo in testa ma con lo stesso sorriso