I 400 milioni stanziati dal governo per l’ emergenza alimentare in pieno lockdown, sono arrivati a un milione e mezzo di famiglie, circa 4,3 milioni di cittadini nei calcoli dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. Il 65% dei Comuni ha erogato contributi tra 200 e 400 euro, il 21% sopra i 400 euro, il 14% sotto i 200 euro. Un terzo dei primi cittadini ha preferito portare la spesa a casa. Gli altri hanno optato per il buono. Altri ancora, a Napoli per esempio, potevano accedere ai benefici nei supermercati convenzionati dietro esibizione di tessera sanitaria e un Pin speciale fornito ogni settimana. Ma l’emergenza alimentare in Italia non è finita, e in molte città i fondi sono finiti da tempo e le persone hanno bisogno.
Secondo i dati di Caritas Italia, che in questo periodo di emergenza registra un +105% di accesso ai servizi, si è evidenziato un incremento delle richieste di aiuto alimentare: +90% a Potenza, tra + 30 e 60% a Castellaneta in Puglia, +35% a Trieste, addirittura +563% a Siracusa. Nella diocesi di Milano 16.500 famiglie hanno bisogno del pacco spesa, di cui 5 mila in città. A Roma servono, al netto delle donazioni, 50 mila euro in più per gli empori e 30 mila euro per i pasti nelle mense.
“L’ emergenza alimentare, seppur meno pressante di qualche settimana fa, continua”, spiega don Andrea La Regina. “E poi c’è chi ha accumulato debiti, bollette, rate. Le persone non hanno lavoro. Gli aiuti del governo non arrivano. I giovani sono scoraggiati. E il Rem non arriva ai più fragili: troppe condizioni e burocrazia”.Ti potrebbe interessare anche: Conte: “4,3 miliardi ai Comuni e 400 milioni di bonus spesa per chi è più in difficoltà”