Storie diverse, persone diverse, età diverse. Raccolte dall’Huffington Post e pubblicate per alzare il velo su uno spaccato terribile, quello di chi non riesce più ad arrivare a fine mese. E allora dalle periferie di Roma si mette in fila davanti alla sede della Croce Rossa per la consegna dei buoni spesa e dei pacchi alimentari. Latte a lunga conservazione, marmellate, qualche scatoletta. In molti non avevano mai chiesto aiuti prima d’ora. Poi è arrivato il Covid a complicare tutto.
In fila anche Diego, 41 anni, che vive per strada in zona Tiburtina: “Da quando la mia azienda mi ha licenziato, anni fa, ho fatto tanti lavori, tutti saltuari; ho provato ad aggiornarmi su internet, ho le patenti. Ora con questa pandemia l’idea di un lavoro vero mi sembra un miraggio”. E Cristiana, che vive a Laurentino 38 insieme al marito: “La mia vita è peggiorata tantissimo col Covid, il fronte economico è un disastro. Faccio le pulizie, mi hanno messo in cassa integrazione ma i soldi non arrivavano mai e così siamo entrati in un circolo vizioso: bollette accumulate, affitti non pagati, mio marito che non lavora in regola… siamo andati in sofferenza”.
L’Istat ha parlato di “ondata di povertà senza precedenti”: nel suo rapporto di luglio 2020, l’Istituto nazionale di statistica ha stimato che la crisi legata al Covid abbia generato oltre un milione di “nuovi poveri”, persone che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare. Nel 2019 vivevano in povertà assoluta 4,6 milioni di persone; altri 8,8 milioni erano nel limbo della povertà relativa. Proprio loro sono stati i primi a finire in ginocchio.Di Maio-Casaleggio, volano altri stracci: il Movimento si spacca per i soldi