Gli amanti delle ricette tradizionali potrebbero rimanere un po’ delusi di fronte al “tortellino dell’accoglienza” lanciato dall’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi. Senza prosciutto, lombo o mortadella, sostituiti dal pollo per permettere anche a chi non può mangiare maiale per motivi religiosi di avvicinarsi a questa importante tradizione locale. Ad annunciarlo sono state le sfogline, chiamate a realizzare le pietanze per la festa del santo patrono in piazza Maggiore davanti a San Petronio.
Non è mancata qualche polemica in città tra i “puristi” del tortellino. Tra questi si segnala anche monsignor Ernesto Vecchi, grande appassionato di cucina. “Non giudico l’iniziativa, ma il tortellino se lo trucchi lo uccidi: servono gli ingredienti classici, tutti, a partire dalla mortadella, se no non è più il tortellino ma un’altra cosa”. Applausi invece dallo chef Mario Ferrara: “Il cibo è un linguaggio universale, intorno a un piatto di tortellini ci si mette d’accordo tutti. Nei rapporti umani si chiama integrazione, diventa arricchimento in cucina”.
Inevitabile che si sia creata una schiera di sostenitori e una di detrattori feroci dell’iniziativa. “Bologna – ha detto una volta l’arcivescovo Zuppi – ha sempre avuto una grande capacità di adottare l’altro. Si diventa bolognesi facilmente”. Di sicuro, la coerenza non gli fa difetto.Genova rialza la testa: pronti i primi 50 metri del nuovo ponte