Acqua, quando il consumo idrico diventa intollerabile
Troppo spesso, erroneamente, siamo portati a pensare che l’acqua consista in un bene pressoché infinito, alla portata di tutti. Invece, le risorse idriche non sono illimitate e, soprattutto negli ultimi anni, esse tendono sempre più a ridursi. Complice anche il clima, sempre più torrido e meno piovoso con l’inquinamento ai massimi livelli, l’acqua viene dissipata senza alcun rispetto per l’ambiente, facendo registrare consumi record per uso civile. Se, infatti, la media europea è di 180 litri d’acqua consumati al giorno per abitante, in Italia si sfiorano i 250 litri, con un evidente surplus degli sprechi, davvero non necessario. Per arginare la situazione, il primo passo da compiere è valutare quanta acqua veramente ci serva ogni giorno per uso domestico. Aspettare che l’acqua diventi calda o fredda a seconda delle esigenze, lavarsi le mani o i denti, fare una doccia senza mai chiudere il rubinetto, sono gesti semplici e spesso anche meccanici che, però, ci fanno sprecare almeno 50 litri d’acqua che potrebbero essere impiegati in modo più consono e funzionale. Ma in che modo diventare più responsabili?
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Stop agli sprechi: tutte le strategie da mettere in atto
Negare che ci sia una vera e propria emergenza idrica in atto, sarebbe da folli, anche perché la situazione penosa è sotto gli occhi di tutti. E non si tratta di “semplice” allarmismo. La rete idrica italiana, costituita da plastica, ferro, acciaio, ghisa e cemento, purtroppo, fa acqua da tutte le parti. E non si tratta solo di un modo di dire. Le tubazioni, oltre a essere vecchie, non riescono ad arginare le perdite d’acqua in modo corretto. Altrimenti, infatti, non si spiegherebbe per quale motivo, degli oltre 300 metri cubi d’acqua derivanti dalle piogge, se ne riesca a trattenere un misero 11%. Impensabile una capillare sostituzione della rete idrica esistente. Bisogna pensare a tecniche più mirate. Giacché il settore più colpito dalla crisi idrica è quello dell’agricoltura, una saggia mossa sarebbe evitare i sistemi d’irrigazione a pioggia o ad aspersione, preferendo quelli a scorrimento laterale all’interno dei solchi praticati nei campi. In questo modo, l’acqua fluisce liberamente, senza spreco alcuno.