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Alessandro Di Battista prova a ributtarsi in politica: ecco il nome del suo nuovo movimento

Alessandro Di Battista torna in politica dopo una lunga astinenza? Per il momento non è ancora sicuro che l’ex uomo di punta del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo voglia davvero provare a rientrare nei palazzi del potere dalla porta principale. Di certo c’è soltanto il fatto che Di Battista ha lanciato sui suoi canali social una nuova associazione che si chiamerà Schierarsi. Non si tratta di un vero e proprio partito politico, ma di una semplice associazione che ricalca però le orme del M5S.
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Alessandro Di Battista Schierarsi

Alessandro Di Battista fonda l’associazione Schierarsi

“Ciao a tutti. – così Alessandro Di Battista presenta su Facebook la sua nuova iniziativa politica – Alcuni mesi fa abbiamo creato l’associazione Schierarsi. Da oggi è possibile iscriversi ed iniziare a partecipare. L’obiettivo è semplice. Stare insieme ed occuparci, da cittadini attivi, del nostro Paese e di tutte le questioni che decideremo di affrontare. Poi abbiamo un altro obiettivo: prendere posizione. Posizioni nette. Chiare. Per nulla moderate. Schierarci dalla parte dei più deboli, dei popoli dimenticati, combattere, per ottenere diritti e giustizia. Lo faremo attraverso attività culturali ed una corretta informazione. Vi presento l’Associazione Schierarsi ed i soci-promotori”.

“Ho voglia di fare cose insieme, di ricostruire una comunità. – dichiara ancora Alessandro Di Battista – A me i palazzi non mancano, mi manca un certo tipo di politica, che l’associazione Schierarsi può fare. Non nasce con l’idea di creare chissà che cosa in futuro, nasce con l’idea di sviluppare progetti insieme. Poi si vedrà”, conclude pieno di speranza.

Gli altri fondatori dell’associazione Schierarsi, di cui Alessandro Di Battista sarà vicepresidente, sono Carlotta Graziani, Danilo Puliani, Lapo Sermonti, Ivan Zulli e Luca Di Giuseppe. Quest’ultimo nel ruolo di presidente. Il programma dell’associazione contenuto nel manifesto sembra però avere molti punti in comune con quello originario del M5S. Dalla battaglia per l’acqua pubblica alla richiesta della fine del Patto di stabilità, passando per il no all’invio di armi all’Ucraina e dal salario minimo. Dibba non dimentica nemmeno la sua storica battaglia in difesa del popolo palestinese sotto occupazione.
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