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Covid, Crisanti contro Giorgia Meloni: “Più morti in regioni di destra”

Andrea Crisanti infuriato con Giorgia Meloni. Il virologo prestato alla politica è oggi un senatore del Pd. Dopo aver ascoltato l’attacco sferrato alla Camera dal presidente del Consiglio alla strategia anti-Covid dei governi che hanno preceduto il suo, Crisanti proprio non ha retto e ha dato sfogo a tutta la sua indignazione con una lunga intervista al quotidiano La Stampa.

Andrea Crisanti contro Giorgia Meloni

“Liberticide sono state le regioni del centrodestra che prima hanno negato il virus e poi remato contro le necessarie misure restrittive. – così replica Crisanti alla Meloni che aveva definito “liberticida” la strategia anti-Covid dei precedenti governi – Mi sembrano parole prive di qualsiasi supporto scientifico pronunciate da una smemorata. Meloni dovrebbe ricordare che a fare disastri senza paragoni al mondo durante la prima ondata è stata proprio la regione Lombardia, amministrata dal centrodestra, che ha negato per parecchio tempo le pericolosità del virus e che negli anni ha costruito un modello di sanità centrato tutto sull’ospedale, lasciando sguarnito il territorio, che infatti non è riuscito a fare alcun filtro durante la prima ondata. Quando le persone morivano senza nemmeno arrivarci, in ospedale”.

“E anche in seguito, nel 2021, sono state le regioni di centrodestra a sbracciarsi per chiedere misure meno restrittive. – prosegue nel suo sfogo Crisanti – Avremmo potuto evitare decina di migliaia di morti rispetto agli 80mila che abbiamo contato nonostante i vaccini che sono stati la nostra salvezza. Ma dobbiamo ricordare che non possono proteggere tutti quei milioni di anziani e fragili che hanno un sistema immunitario che ai vaccini non risponde”.

“Il maggior numero di decessi lo dobbiamo alle regioni amministrate dal centrodestra che hanno sempre remato contro le misure restrittive. – accusa ancora il senatore Crisanti – In Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea hanno avuto un numero bassissimo di morti perché hanno adottato misure più restrittive delle nostre. Altro che approccio fallimentare. Predire il futuro con questo virus significa privilegiare un approccio ideologico anziché scientifico. Sono affermazioni preoccupanti, perché significano che se mai ci dovessimo ritrovare in situazioni di necessità non verrebbero adottare le misure che servono”, conclude il virologo.

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