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“Rimuoviamo la statua di Montanelli”. Gli ‘antirazzisti’ italiani se la prendono con il grande giornalista

Le rivolte antirazziste in tutto il mondo, oltre alle proteste di piazza e ai cortei, stanno ora vivendo una nuova fase, fatta di gesti simbolici che si verificano in tutto il mondo. Si tratta della rimozione o dell’abbattimento delle statue dedicate a illustri personaggi storici che in qualche modo hanno avuto a che fare con il razzismo. E la tendenza ora arriva anche in Italia, dove a esser presa di mira è la statua dedicata a Indro Montanelli a Milano. “Regolarmente sposata, in quanto regolarmente comprata dal padre. Aveva 12 anni, ma non mi prendere per un bruto: a 12 anni quelle lì sono già donne. Avevo bisogno di una donna a quell’età. Me la comprò il mio sottufficiale insieme a un cavallo e un fucile, in tutto 500 lire. Lei era un animalino docile; ogni 15 giorni mi raggiungeva ovunque fossi insieme alle mogli degli altri”. Queste sono le ormai celebri parole – pronunciate nel 1972 – che hanno portato Indro Montanelli a essere al centro del mirino di antirazzisti/e e femministi/e.

Una delle penne migliori della storia del giornalismo italiano, durante la trasmissione tv “L’ora della verità” di Gianni Bisiach, raccontò questo aspetto fino ad allora inedito della sua vita. E ora, nel pieno delle proteste che stanno unendo il mondo contro l’antirazzismo, tornano oggetto di dibattito politico. Sulla scia di quanto avvenuto a Bristol dopo la morte di George Floyd, dove è stata abbattuta la statua che rappresentava il mercante di schiavi Edward Colston, dagli Stati Uniti all’Europa si diffondono le richieste di rimozione – o atti di deturpamento – dei monumenti che rimandano alla supremazia razziale.

Come riporta Open, “nell’iconoclastia contro i simboli della colonizzazione e dello schiavismo ci è finito Montanelli e la statua che lo rappresenta in uno dei parchi storici della città di Milano. Negli omonimi giardini “Indro Montanelli”, area verde nel cuore di Milano dove il giornalista amava passeggiare, il monumento fu inaugurato nel 2006 dall’amministrazione di centrodestra guidata da Gabriele Albertini. Ci hanno pensato i Sentinelli di Milano, un movimento nato per la difesa dei diritti civili, a sollevare la questione nel nostro Paese”.

“A Milano ci sono un parco e una statua dedicati a Indro Montanelli, che fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia”, ha scritto il movimento in una lettera indirizzata al sindaco di Milano e al consiglio comunale. “Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti e richiamiamo l’intero consiglio a valutare l’ipotesi di rimozione della statua, per intitolare i Giardini Pubblici a qualcuno che sia più degno di rappresentare la storia e la memoria della nostra città Medaglia d’Oro della Resistenza”.

Sulla questione è intervenuto anche Gad Lerner, il quale su Twitter afferma quanto segue: “Andiamoci piano con l’abbattimento delle statue. Qualcuno potrebbe ricordare che la Bibbia contempla schiavismo e patriarcato: rimuoviamo pure il Mosè di Michelangelo?”. Poi aggiunge: “Montanelli è oggetto di venerazione sproporzionata alla sua biografia, non alimentiamola boicottandolo”.

 

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