Vai al contenuto

Le Iene, Burioni e il conflitto d’interesse: è guerra tra il virologo e la trasmissione

Ha creato un altro bel polverone il servizio di Alessandro Politi per le Iene su Roberto Burioni, tanto che il medico a fine trasmissione è costretto a interrompere il suo silenzio stampa per pubblicare un lungo post di repliche sulla sua pagina ufficiale su Facebook. Ma procediamo con ordine. “Quello che dirà stasera lo scienziato di turno lo dirà per un alto interesse scientifico o per un mero interesse personale?”, si chiede a inizio servizio la Iena. Poi chiamano l’auctoritas e dunque parla Carlo Rienzi del Codacons, il quale spiega che se un medico va in tv a dare consigli non può avere legami con chi deve guadagnarci: “Io devo avere la certezza della trasparenza nella comunicazione, soprattutto nel servizio pubblico”, spiega Rienzi.

 

Nel servizio poi Politi spiega che in un suo intervento a “Che tempo che fa” Burioni ha parlato di “anticorpi monoclonali” come protezione dal Coronavirus SARS-COV-2: “ne parla ovunque, anche sul suo blog, su Instagram e su Facebook”, sostiene Politi, “il professore non solo da sempre li studia, ma li ha progettati e brevettati”. Politi sostiene dunque che Burioni abbia depositato brevetti “e questo vuol dire che da quei brevetti è probabile che lui ci guadagni”. Il servizio mette in contrapposizione proprio gli anticorpi monoclonali alla cura del plasma di cui Giuseppe De Donno è attualmente l’alfiere, e sostiene che Burioni non voglia utilizzare i “plasmi” per “spingere” gli anticorpi monoclonali.

Poi Politi passa a illustrare il servizio di Emiliano Fittipaldi sulle consulenze, illustrando l’esposto del Codacons sui vaccini: “Siamo andati a cercare e abbiamo scoperto che Burioni partecipava a convegni sui vaccini”, sostiene Rienzi mentre subito dopo Politi spiega che “sia chiaro, i vaccini vanno fatti”. Si parla della fondazione di Lorenzin: “Se trovo scritto nella pagina dei contributi erogati… Roberto Burioni… e la fondazione Lorenzin riceve 350mila euro… questo a noi non ci va bene”, dice ancora il presidente del Codacons. E arriva il domandone: che tipo di rapporto ha Burioni con Pomona Ricerca S.R.L. che ha fondato lui? “L’intera proprietà della ditta è Gualtiero Cochis, che ne possiede il 100%”, dice il servizio delle Iene come riportato da nexquotidiano.

Perché Burioni, subito dopo la trasmissione, ha pubblicato un lungo post sulla sua pagina Facebook in cui risponde a tutti i quesiti sollevati da Le Iene: “La mia collaborazione con la Fondazione Lorenzini riguardo ai vaccini si è concretizzata nella collaborazione per la stesura di un quaderno sulla esitazione vaccinale uscito con il sole 24 ore scritto insieme a una serie di autorevoli colleghi per la quale ho emesso regolare fattura di 1500 euro. Immaginare che questo costituisca conflitto di interesse richiede uno sforzo notevole di immaginazione. Potete trovare il quaderno a questo link. Il contributo della azienda è bene in evidenza, ma io non ho collaborato con l’azienda, ma con la Fondazione Lorenzini, un ente con un’ottima reputazione che mi ha onorato affiancandomi ai migliori esperti nel campo delle vaccinazioni”.

Poi aggiunge: “Produrre anticorpi monoclonali umani è il mio lavoro dal momento della mia laurea. Ne ho prodotti tanti, ma nessuno di questi è di mia proprietà. La gran parte sono di Pomona Ricerca, una azienda con la quale collaboro proficuamente da molti anni e della quale sono da molti anni consulente scientifico. Ovvio che qualunque opportunità di collaborazione scientifica venga rimandata alla mia valutazione. Nessuno di questi anticorpi monoclonali è in commercio (sono tutti in una fase molto precoce di sviluppo) e non lo saranno ancora per almeno 10 anni; soprattutto nessuno di questi monoclonali è (purtroppo) diretto contro COVID-19. Quindi se gli anticorpi monoclonali contro COVID-19 si dimostreranno utili, io – così come Pomona RIcerca – non ne trarrò alcun beneficio economico. Il beneficio lo trarrà chi li ha brevettati (non io) chi li produce (non io) e chi li vende (non io)”.

Poi Burioni conclude così il post: “Spero che questo trattamento, fatto di bugie e di insinuazioni, sia di monito a qualunque scienziato voglia nel futuro impegnarsi a informare correttamente le persone. Non vi dico a presto perché a presto non sarà. State attenti e prendete ancora le precauzioni. L’epidemia sta passando ma meglio riprendere la nostra vita normale con prudenza ancora per qualche settimana. In bocca al lupo e auguri di ottima salute a voi e ai vostri cari”.

 

Ti potrebbe interessare anche: Mancata zona rossa a Bergamo: il premier Conte ascoltato dai pm