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Arrivano a Roma i ragazzi di Extinction Rebellion, in strada per salvare il pianeta

Un nome emblematico, Extinction Rebellion. E un simbolo, la clessidra, che dà l’idea della lotta contro il tempo per arginare i cambiamenti climatici e fermare l’estinzione di massa paventata dagli scienziati meno ottimisti. Ad animare la lotta, ragazzi che si organizzano in assemblee e gruppi locali, ma sono tenuti insieme da una trama di contatti transnazionale. Le pratiche che mettono in campo privilegiano l’azione diretta non violenta e la disobbedienza civile.

Il movimento è nato in Inghilterra dall’appello di un gruppo di scienziati e dagli attivisti provenienti dall’esperienza di Rising Up! Dal novembre 2018 soni iniziati i primi blitz e manifestazioni, ma è da 15 al 25 aprile 2019 che Extinction Rebellion ha conquistato le luci della ribalta, occupando per dieci giorni Oxford Circus, Marble Arch, Waterloo Bridge e l’area intorno a Parliament Square. Le immagini di uomini e donne di ogni età portati via dalla polizia avevano il giro del mondo, così come gli slogan cominciano a propagarsi da un paese all’altro.Il tutto mentre esplodeva lo sciopero degli studenti nato dall’esempio di Greta Thunberg e il movimento contro i cambiamenti climatici. Dal 7 al 13 ottobre il movimento ha così lanciato una settimana di mobilitazione internazionale, una rivolta globale per chiedere a governi e istituzioni politiche concrete e immediate per fermare i cambiamenti climatici. In Italia la rivolta andrà in scena a Roma, dove gli attivisti stanno organizzando manifestazioni e blitz, e in dieci faranno lo sciopero della fame fuori il Parlamento.Il campo base sarà stabilito all’interno del Brancaleone nel quartiere Montesacro, dove monteranno un campeggio e stabiliranno la base operativa. 3 gli obiettivi comuni al movimento in tutto il mondo: obbligare i governi a dire la verità sull’emergenza ecologica, spingerli ad adottare misure vincolanti per ridurre le emissioni di carbonio e costringerli ad accettare la creazione di un’assemblea nazionale dei cittadini per supervisionare i cambiamenti, come parte della creazione di una democrazia adatta allo scopo.

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