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Pos, dal governo ancora una beffa: tante promesse e niente fatti. Non arrivano i provvedimenti attesiBeffa del Pos, dal governo promesse e niente fatti

La beffa del Pos. Il governo non attiva il taglio delle commissioni che Meloni aveva promesso. La proposta del governo per i commercianti prevedeva una riduzione fino alla soglia di 30 euro entro i 400mila euro di fatturato. Meloni aveva garantito l’attuazione della misura quando si era ipotizzato uno stop all’obbligo di Pos sotto i 60 euro e una revisione delle sanzioni, poi abrogato su pressione della Ue.
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Il Pos e la rabbia dei commercianti per il mancato annullamento delle commissioni

Beffa del Pos, non arrivano i provvedimenti del governo

All’inizio del mese scorso era stato avviato il tavolo ministeriale per il taglio delle commissioni sui pagamenti digitali fino a 10 euro, riducendoli poi fino a 30. Se l’accordo fosse saltato, entro fine marzo doveva scattare un contributo straordinario almeno per le transizioni sotto i 30 euro. Tutto ciò, però, non è avvenuto.

Dal governo filtra la volontà di convocare un nuovo tavolo ministeriale dopo pasqua. Se la moral suasion del governo può convincere gli operatori nazionali, lo stesso non si può dire per gli attori internazionali. Di qui il senso di beffa del Pos, perché il governo sembra di fatto disinteressato a trovare una soluzione. Inoltre, qualsiasi impianto di tariffazione non può esser calato dall’alto senza che sollevi temi di Antitrust, sia a livello nazionale che comunitario. Su questo piano la contrattazione sembra molto complessa.

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Tagli alle commissioni, le alternative in campo del governo

Tra le soluzioni possibili, l’accelerazione sul tema della trasparenza. Secondo dati recentemente raccolto da The-European House Ambrosetti, in Italia ci sono “prezzi competitivi” per acquisto e noleggio mensile del Pos (28 euro contro i 32,4 della Germania e 8,9 euro contro la doppia cifra degli altri Paesi). Le commissioni sulle singole transazioni sono indicate in media allo 0,7%, e molti operatori già azzerano i costi sui micro-impronti.

Ma c’è grande variabilità tra le offerte. E il proliferare delle voci di costo le rende non confrontabili. Ecco perché indicatori sintetici di più facile comprensione, come avviene per altri prodotti bancari e finanziari, faciliterebbero la vita degli esercenti e promuoverebbero un livellamento dei costi. Il governo però, è colpevolmente immobile anche su questo fronte.

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