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Berlusconi, ultimatum a Mara Carfagna: “Decida se restare o no”

Gioco delle parti o vera e propria rottura all’orizzonte? Che tra Mara Carfagna e Silvio Berlusconi i rapporti non siano troppo distesi è cosa nota a tutti. La svolta salviniana di Forza Italia, voluta da un Cavaliere ormai completamente subalterno alla Lega, non è piaciuta affatto all’ex ministro, che ha sottolineato come il partito sia ormai diventato altro, sempre più vicino alla destra estrema e sempre meno punto di riferimento per i moderati italiani. Berlusconi, da par suo, aveva tuonato invitando tutti alla responsabilità in un momento politicamente molto delicato. Si è cercato di ricucire lo strappo, a quanto pare però inutilmente.

“La cena di ieri non è servita, Mara Carfagna decida se restare o andare via…” sono state le parole di Berlusconi riportate dall’Ansa dopo l’incontro a tavola tra i due big del partito. Una frase che suona un po’ come un ultimatum, della serie: “Decida ora o taccia per sempre”. Il tutto con lo spettro di Matteo Renzi all’orizzonte, che continua a tentare l’ex ministro spingendola a fare un passo verso la sua nuova creatura politica, Italia Viva.Se Renzi dichiarasse di non voler sostenere più il governo di sinistra ma di avere altre ambizioni, Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione” aveva scherzato nelle ore precedenti Mara Carfagna. Una battuta? Forse. Ma in tanti hanno voluto vederci qualcosa di più, nonostante la stessa Carfagna avesse precisato più volte di non volersi avvicinare a Renzi. Aggiungendo anche che il suo campo politico sarebbe “rimasto sempre il centrodestra”.“Oggi io e Renzi siamo in due metà campo diverse. Non so cosa accadrà nei prossimi giorni, ma molti dopo 25 anni non si sentono a proprio agio in Forza Italia, oggi si sentono a casa d’altri” era stato il ragionamento di Carfagna. Un appello, scrive ancora l’Ansa, che la deputata avrebbe rinnovato ieri sera durante una cena con l’ex Cav, occasione in cui è tornata a esprimere la sua contrarietà alla “sudditanza psicologica” nei confronti della Lega, emersa anche in occasione del voto sulla Commissione Segre: “un errore che mette in ombra i valori della rivoluzione liberale lanciata da Silvio Berlusconi nel ’94”.

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