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“Devastante”. L’Inps contro il governo Conte, la drammatica previsione di Boeri sulla manovra: cosa succederà agli italiani

Una previsione che più negativa non si potrebbe, quella fatta dall’Inps sui possibili effetti del condono contributivo. A dirlo è stato il presidente dell’ente Tito Boeri, che nel corso dell’audizione alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati non ha nascosto tutta la propria preoccupazione per quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi. “Il condono contributivo, a differenza di condono fiscale – ha detto – ha un doppio effetto, non solo negativo sulla raccolta contributiva ma immediatamente anche un effetto sulla spesa e un effetto devastante sui conti del nostro istituto. Già per il fatto che se ne sia parlato abbiamo avuto una riscossione inferiore a quella che ci aspettavamo”.

Boeri ha preso la parola concentrandosi sulle materie dell’equità previdenziale, virando poi ovviamente sull’agenda calda delle pensioni in vista della manovra: “Il conto per lo Stato è di 7 miliardi il primo anno, poi 11,5 miliardi nel 2020, 17 miliardi nel 2021 e nei primi dieci anni i costi di questa misura sarebbero di circa 140 miliardi. Le nostre stime ci dicono che fino al 2046 il deficit previdenziale aggiuntivo arriverà intorno a 400 miliardi, successivamente si cominceranno ad avere dei risparmi – insufficienti a colmare il distacco generato all’inizio – con impatto sul debito implicito complessivo di 117 miliardi di euro”. 
“Un elemento importante è la mancata indicizzazione alla speranza di vita, tanto per il requisito contributivo che per quello anagrafico: significa lasciare costi importanti sulle generazioni future”, ha rimarcato Boeri aggiungendo che “è lo stesso richiamo che ho fatto nella passata legislatura”, evidenziando che non si tratta dunque di un rilievo specifico per questo governo ma era già arrivato nei confronti della proposta Damiano-Sacconi. “Dobbiamo pensare ai nostri figli”.

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