Non sono mancate polemiche al funerale di Stefano Delle Chiaie, esponente della destra radicale e fondatore di Avanguardia Nazionale, scomparso a Roma nei giorni scorsi. Un saluto che è andato in scena proprio nella capitale, con la bara portata a spalla dagli amici di vecchia data e poi avvolta nel tricolore, qualche saluto romano ad accoglierla davanti la chiesa, una corona di fiori firmata “i camerati”e sull’altare uno stendardo dell’organizzazione.
“Lui è uno di quei combattenti che quando avevo sedici anni mi facevano impazzire di ammirazione. Purtroppo il mondo moderno non è più fatto per queste persone, ma io spero e vivo per far sì che questi concetti vengano trasmessi ai più giovani”: così ha voluto ricordarlo Mario Borghezio, presente alla commemorazione del fondatore del movimento nato da una costola di Ordine Nuovo negli anni 60 e chiuso nel 1976 per effetto della legge Scelba.
“Lo abbiamo stimato, abbiamo condiviso la sua storia, lo abbiamo amato e ci ha amati – ha detto il parroco don Pietro durante l’omelia – Noi eravamo molto amici pur avendo idee diverse. Avere idee diverse non ha mai generato lo scontro fra di noi”.“Salvini? E chi l’ha invitato”. Il tour della Lega in Umbria è già pieno di gaffe