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Il papà della Borgonzoni attacca la figlia: “Hai detto solo falsità in campagna elettorale”

Questa storia del padre di Luica Borgonzoni che vota Bonaccini è una delle più interessanti dell’intera campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna. È una storia nella Storia che si arricchisce sempre di un nuovo capitolo. L’ultimo, proprio poco prima del voto. Lucia e Giambattista Borgonzoni: la candidata leghista che aspira a vincere le elezioni e suo padre, che invece ha manifestato in piazza con le Sardine e contro Matteo Salvini. I giornalisti di TPI sono andati a trovare il padre di Lucia Borgonzoni nella sua casa di Bologna e a loro ha letto una lettera esclusiva, in cui si rivolge direttamente alla figlia.

“La gente deve sapere che in questa campagna elettorale hai detto falsità e hai diffamato tuo padre, scatenando la macchina del fango leghista contro di me”, dice Giambattista. “Il mio giudizio su di te – continua Borgonzoni – è positivo per come sai destreggiarti nell’agone politico, anche se abbiamo idee diverse. Ma sulle tue pagine Facebook hai lasciato che mi infamassero e hai accettato che fossi massacrato senza alcun motivo”. Papà Borgonzoni conclude la lettera con un auspicio…

“Se vincerai questa tornata elettorale riceverai senz’altro i miei complimenti. Con l’augurio di non essere menzognera in futuro in pubblico come sei stata in privato contro tuo padre e contro la memoria del nonno”. Intanto il gesto del citofono da parte di Matteo Salvini continua a tenere banco. “Ha colpito me e tutta l’opinione pubblica straniera. Salvini ha usato l’informatore di condominio come si faceva in Unione Sovietica, quando la vicina di casa spiava l’anticomunista. E la riflessione ulteriore è: se uno così diventasse presidente del Consiglio, visto che ha detto che vuole i poteri assoluti, dove arriverebbe?”. A parlare è Romano Prodi.

Il due volte presidente del Consiglio, che ha definito quella in Emilia-Romagna una sfida “sul filo di lana” con “Bergonzoni inesistente” e “Salvini che urla e basta”, ha dunque criticato duramente il gesto del leader della Lega che, martedì scorso a Pilastro, quartiere della periferia di Bologna, ha citofonato a casa di un ragazzo di 17 anni indicandolo come spacciatore di droga. La risposta di Salvini, naturalmente, non si è fatta attendere nemmeno questa volta: “Prodi dal comodo divanetto di casa sua in centro a Bologna dà lezioni su cosa fare e come votare in Emilia-Romagna. Ma sono felice perché in periferia, quando sono andato al Pilastro, ho trovato mamme che mi hanno detto ‘grazie, perché i politici non li vediamo mai, sono tutti in centro comodi. In prima linea contro gli spacciatori non li vediamo mai”.

 

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