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Brexit, caos totale: Johnson perde la maggioranza in parlamento. “Si va al voto!”

Caos totale in Gran Bretagna: si va al voto. A Westminster, alle ore 15.40, un deputato conservatore si alza dai suoi banchi verdi, attraversa l’aula e si siede tra i liberal-democratici, il suo nuovo partito. La rivolta dei deputati tory europeisti contro Boris Johnson inizia così, con la passeggiata plateale e rivoluzionaria di Phillip Lee, tory di 48 anni, ex medico, rugbista e da sempre pro Ue. Il governo Johnson, che aveva soltanto un seggio di vantaggio, è ora ufficialmente minoranza.

Lee è solo il primo. A nulla sono servite le minacce di purga politica di Johnson, di esclusione dei “traditori” dal partito conservatore. Ieri sera oltre venti deputati tory si sono clamorosamente ribellati contro il governo Johnson e il tremendo sospetto che i “progressi con l’Ue per un accordo Brexit” siano solo una farsa, come ha scritto ieri il Telegraph.

Così, i “congiurati” tory si sono uniti a Corbyn, ai suoi laburisti e i lib-dem, e hanno strappato a Boris, 328 a 301 voti, il controllo del Parlamento per approvare, tra oggi e domani, una legge che obbligherebbe il premier a chiedere all’Ue l’ennesimo rinvio della Brexit fino al 31 gennaio 2020 – se non avesse un accordo entro il 19 ottobre – e così schivare, ancora una volta, il No Deal.

Decisivo John Bercow, lo speaker della Camera e caro nemico di Johnson, che ha permesso una legislazione di emergenza. È una pesante sconfitta per il premier. “Volete bloccare la Brexit! Ma il 31 ottobre si esce comunque!”, sbraita Johnson in aula con un lessico bellico.

“Finiscila”, gli risponde il laburista Corbyn, “non hai mandato, né morale e ora non hai neanche una maggioranza!”. Dopo la disfatta di ieri a Westminster circondata dai dimostranti che hanno occupato le strade, oggi Johnson chiederà nuove elezioni: si dovrebbero tenere il 14 ottobre, se i 2/3 della Camera dei Comuni approveranno. “Sono l’unica soluzione”, ha detto.

Boris è all’angolo. Il premier ha poteri elevati oltremanica e ieri dietro le quinte del Parlamento si aggirava il suo Dominic Cummings, eccezionalmente uscito dalla sua reclusione. È lui il Rasputin della svolta estremista di Johnson…

 

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